Carissimi presbiteri e fedeli,
alle soglie della Grande settimana di Passione, la liturgia ogni giorno ci accompagna e ricentra lo scorrere di questo tempo attorno a Cristo. Ora, ben si addicono le parole certosine “Stat Crux dum volvitur orbis”. Il motto ruminato dai monaci certosini sintetizza mirabilmente il mistero che portiamo impresso nel nostro cuore, mentre viviamo questa pagina buia della storia: una croce, la Croce di Cristo, che rimane salda lì sulla roccia del Calvario, sospesa tra terra e cielo.
Il Santo Padre nella meditazione alla preghiera in tempo di epidemia di venerdì 27 marzo ricordava alla Chiesa e al mondo. “Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore” .
Entriamo nella Settimana Santa guardando la Croce presente nelle case di tutti i cristiani, presente simbolicamente sulla fronte di ogni fratello e sorella in virtù del Battesimo; la Croce viva nella carne di chi soffre, la Croce alta che svetta sulle nostre Chiese.
L’attuale situazione non deve distoglierci dal vivere il Centro di tutto l'anno liturgico che è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto. È soprattutto in questo tempo, in questo ritmo così lento e stancante, in queste vicende così sofferenti e angoscianti, che vogliamo vivere i misteri della nostra salvezza. Una celebrazione che sarà, ancora di più, in comunione con la Chiesa intera.
La celebrazione della Santa Messa senza il concorso di popolo, potrebbe scadere nel farla apparire, a dispetto della tradizione vivente della Chiesa, un rito privato e isolato dal corpo vivente del popolo di Dio. Quanto bene ci farà considerare le parole di San Paolo VI:
Ogni Messa, anche se privatamente celebrata da un sacerdote, non è tuttavia cosa privata, ma azione di Cristo e della Chiesa, la quale, nel sacrificio che offre, ha imparato ad offrire se medesima come sacrificio universale, applicando per la salute del mondo intero l’unica e infinita virtù redentrice del Sacrificio della Croce. Poiché ogni Messa celebrata viene offerta non solo per la salvezza di alcuni, ma anche per la salvezza di tutto il mondo. (...) Ci raccomandiamo dunque con paterna insistenza ai Sacerdoti, in modo particolare Nostro gaudio e Nostra corona nel Signore, affinché...celebrino la Messa ogni giorno degnamente e con devozione”.
Pertanto, considerati il Decreto n. 153/20 del 19 marzo 2020 della Congregazione per il Culto e la Disciplina dei Sacramenti in tempo di Covid-19, l’aggiornamento allo stesso del 25 marzo e gli Orientamenti per la Settimana Santa del 25 marzo 2020 della Conferenza Episcopale e la Nota con cui il Ministero dell'Interno ha risposto ad alcuni quesiti della Segreteria Generale della Cei, soprattutto in merito alla Settimana Santa dispongo che,
- nella Chiesa Cattedrale e solo nelle Chiese parrocchiali, nella Cappella dell’Ospedale San Giovanni Paolo II, nel Santuario Maria SS. di Dipodi in Feroleto, nella cappella del Monastero Maria SS. delle Grazie e della Misericordia in Conflenti e nelle cappellanie religiose, laddove sia possibile, tenute presenti la disponibilità del cappellano e le condizioni della comunità religiosa nello specifico, salvo sempre le necessarie misure precauzionali in termini di igiene, siano celebrati i misteri della Domenica della Palme e del Triduo Pasquale senza alcun concorso di popolo;
-è bene ricordare che la celebrazione anche senza concorso di popolo si intende sempre alla presenza di un ministro o di un semplice fedele. Qualora non sia possibile, il presbitero può unirsi spiritualmente alle celebrazioni del Triduo Pasquale e celebrare integralmente la Liturgia delle Ore che nelle ordinarie circostanze veniva omessa: i Vespri del Giovedì della Cena del Signore, i Vespri del Venerdì del Santo, Compieta e Ufficio delle Letture della Domenica di Pasqua Risurrezione del Signore;
- per quanto riguarda la trasmissione delle celebrazioni in streaming dovranno essere sempre in diretta e mai registrate, avendo cura particolare dell’omelia e della preghiera dei fedeli, consapevoli che l’unico luogo deputato per esse è la Chiesa e non spazi della propria personale abitazione. Si abbia amabile attenzione di scegliere orari che possano consentire ai fedeli di seguire le celebrazioni del Santo Padre in TV (cfr. allegato 3);
- in riferimento alla partecipazione dei fedeli ai Divini Misteri della Settimana Santa, oltre al sacerdote celebrante, possono intervenire il diacono, un accolito, un cantore, l’organista, un lettore e due operatori per la diretta. Essi potranno essere provvisti di autocertificazione e se il caso, di copia della nota del Ministero degli Interni del 28 marzo u.s. (cfr, allegato 4);
Nello specifico per i misteri della Settimana Santa:
- Per la Domenica delle Palme, nella Cattedrale si utilizzerà la seconda forma prevista dal Messale Romano, con una processione all’interno della chiesa con ramo d’ulivo o di palma. Nelle Chiese parrocchiali, invece, l’ingresso del Signore in Gerusalemme viene commemorato in forma semplice, senza benedizione dei rami e senza proclamazione del Vangelo dell’ingresso del Signore a Gerusalemme (terza forma del Messale Romano).
- Giovedì Santo: il Decreto della Congregazione per il Culto Divino concede in via del tutto straordinaria ai presbiteri la facoltà di celebrare la S. Messa senza concorso di popolo. Si omettono ovviamente la lavanda dei piedi e la processione al termine della celebrazione: il Santissimo viene riposto nel Tabernacolo, senza preparare e addobbare il consueto Altare della Reposizione. Si consacrino particole solo nel caso in ci sia necessità per il sacro viatico. La Celebrazione termina con un momento di adorazione al Tabernacolo aperto. Dopo un congruo tempo, il presbitero chiude la porta del Tabernacolo e ritorna in sagrestia. Ovviamente non si dà alcuna benedizione finale.
- Venerdì Santo: nella preghiera universale si aggiungerà questa intenzione:
Per i tribolati
Preghiamo, fratelli carissimi,
Dio Padre onnipotente,
perché liberi il mondo dalle sofferenze del tempo presente:
allontani la pandemia, scacci la fame,
doni la pace, estingua l’odio e la violenza,
conceda salute agli ammalati,
forza e sostegno agli operatori sanitari,
speranza e conforto alle famiglie,
salvezza eterna a coloro che sono morti.
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:
Dio onnipotente ed eterno,
conforto di chi è nel dolore,
sostegno dei tribolati,
ascolta il grido dell’umanità sofferente:
salvaci dalle angustie presenti
e donaci di sentirci uniti a Cristo,
medico dei corpi e delle anime,
per sperimentare la consolazione promessa agli afflitti.
Per Cristo nostro Signore. Amen
L’Adorazione della Croce con il bacio sarà fatta solo dal presbitero che presiede.
Veglia Pasquale: All’inizio della Veglia (al Lucernario) si omette l’accensione del fuoco, si accende il Cero in sagrestia e omessa la processione, si posiziona il Cero sul Candelabro apposito. Dopo il Segno di Croce e il saluto liturgico, si esegue l’annunzio pasquale (Exultet). Segue la liturgia della Parola. Per la liturgia battesimale, si omettono la benedizione del fonte e la benedizione dell’acqua lustrale soltanto si rinnovano le promesse battesimali, di conseguenza senza aspersione, la preghiera dei fedeli e la liturgia eucaristica.
Se è vero che ogni Pasqua, come centro della vita della Chiesa e del cristiano, è sempre un’attesa e un convergere del proprio cammino, a maggior ragione, lo era per me quest’anno, prima Pasqua nella Chiesa di Lamezia Terme. Benedico il Signore che unisce me e tutto il popolo di Dio, nella comunione in questo momento di prova e con le fatiche della nostra gente nel cuore, celebrerò la mia prima Pasqua insieme con voi. Presiederò le celebrazioni nella Chiesa Cattedrale senza concorso di popolo, confortato dall’unione spirituale di tutti. Come insegna S. Ignazio di Antiochia: “Dove sarà il Vescovo, lì vi sia anche il popolo, così come dove sarà Cristo Gesù, vi è la Chiesa Cattolica”. I riti, grazie alla disponibilità delle TV locali, saranno teletrasmessi.
Pertanto Domenica della Palme, 5 aprile, alle ore 9.00 celebrerò la S. Messa con la commemorazione dell’ingresso del Signore a Gerusalemme.
Giovedì Santo alle ore 17.00 la S. Messa in Coena Domini
Venerdì Santo alle ore 15.00 l’Azione Liturgica
Domenica di Pasqua
Nella notte del Sabato alle ore 23.00 la Veglia Pasquale
Alle ore 9.00 la S. Messa del mattino di Pasqua.
Per quanto riguarda le espressioni di pietà popolare invito accoratamente i parroci e i rettori delle Chiese a considerare il 14 e il 15 settembre 2020, come un tempo opportuno per vivere la devozione ai misteri della Croce e al dolore di Maria. Tale indicazione è lasciata al libero e prudente giudizio dei singoli presbiteri.
Vorrei invece richiamare l’attenzione di tutti sulla custodia del Santissimo Sacramento. Immagino che in molte parrocchie nel tabernacolo siano presenti pissidi con particole consacrate domenica 8 marzo. Sia cura di ogni presbitero controllare con scrupolosità lo stato delle particole, per evitare una qualsiasi loro corruzione a motivo dell’umidità o altro.
Per la S. Messa Crismale, sappiamo che è stata rinviata a nuova data. La CEI non ha inteso ancora dare una data per tutta l’Italia o lasciare libera scelta all’Ordinario Diocesano. Non appena avremo indicazioni dettagliate, verrà comunicata la decisione per la nostra Diocesi. Si ricorda che, in caso di vera necessità, ogni presbitero può benedire l’olio per l’Unzione degli infermi (Cfr. Sacramento dell’unzione e cura pastorale degli infermi, Introduzione, n, 21 e 77bis).
Per quanto riguarda il conferimento delle Sante Cresime, sentito l’Ufficio Catechistico Diocesano, nel mese di ottobre, se le condizioni lo consentono, terrò un incontro con tutti i cresimandi dell’anno 2019-2020 in Cattedrale. Contestualmente, considerata la difficoltà di poter celebrare le Cresime in ogni parrocchia in pochi mesi, concedo ai parroci la facoltà di amministrare la Confermazione ai propri ragazzi che avrebbero dovuta riceverla in questo anno, nei mesi di aprile, maggio e giugno. Tale celebrazione potrà avvenire dopo il mio incontro di ottobre con i cresimandi.
Inoltre ricordo che la Penitenzieria Apostolica in data 19.03.2020 ha emesso un decreto che concede il dono di speciali Indulgenze ai fedeli affetti dal morbo Covid-19, comunemente detto Coronavirus, nonché agli operatori sanitari, ai familiari e a tutti coloro che a qualsivoglia titolo, anche con la preghiera, si prendono cura di essi.
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, in una nota del 25.03.2020 ricorda anche che:
in caso di estrema necessità l'atto di dolore perfetto, accompagnato dall'intenzione di ricevere il sacramento della Penitenza, da sé stesso comporta immediatamente la riconciliazione con Dio. Se si verifica l'impossibilità di accostarsi al sacramento della Penitenza, anche il votum sacramenti, ovvero, anche il solo desiderio di ricevere a suo tempo l'assoluzione sacramentale, accompagnata da una preghiera di pentimento (il Confesso a Dio onnipotente, l’Atto di dolore, l'invocazione Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di me) comporta il perdono dei peccati, anche gravi, commessi. (cfr. Concilio di Trento, Sess. XIV, Doctrina de Sacramento Paenitentiae, 4 [DH1677); Congregazione per la Dottrina delle Fede, Nota del 25 novembre 1989; Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1451-1452).
Sollecito i presbiteri e i fedeli a utilizzare con stima il materiale che l’Ufficio Liturgico Nazionale predisporrà per questo tempo e reperibile sul sito https://chiciseparera.chiesacattolica.it/.
Carissimi tutti, accompagnati dalla Chiesa, entriamo nella Grande Settimana Santa.
Faccio mie le parole di Sant’Atanasio.
Se seguiremo Cristo potremo sentirci già ora negli altri della Gerusalemme celeste e anticipare e
pregustare anche la festa eterna. Così fecero gli apostoli, costituiti maestri della grazia per i loro
coetanei ed anche per noi. Essi non fecero che seguire il Salvatore: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e
ti abbiamo seguito» (Mt 19, 27). Seguiamo anche noi il Signore, cioè imitiamolo, e così avremo trovato
il modo di celebrare la festa non soltanto esteriormente, ma nella maniera più fattiva, cioè non solo
con le parole, ma anche con le opere .
Ricordiamoci a vicenda nella preghiera. Vi benedico nel nome del Signore.
Vita diocesana
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