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La parola del Vescovo

Alla Chiesa di Dio che e' in Lamezia Terme

Giuseppe Schillaci, Vescovo · 4 anni fa

Mi recherò da solo, il prossimo venerdì, a pregare davanti a un cimitero cittadino e chiedo a tutti voi di unirvi spiritualmente per una preghiera ai defunti alle ore 11. Come segno potranno essere suonate le campane a lutto per invitare i fedeli della propria comunità alla preghiera

Carissimi fedeli,
la realtà di isolamento e di sofferenza nel momento presente porta ognuno di noi a portare i pesi, le gioie e le fatiche dell’altro. E se fisicamente questo può essere non così semplice, nella comunione della preghiera e di un solo spirito nella grazia di Cristo, possiamo condividere la sofferenza di molti. Anche da noi il Covid-19 ha fatto giungere la sua ombra. Prego e sono vicino a quanti sono contagiati, alle loro famiglie e ricordo anche al Signore il personale medico e paramedico e tutti gli operatori e lavoratori che assicurano a noi una vita tranquilla nelle nostre case.
Accogliamo con gioia le parole del Santo Padre Francesco, pronunciate nell’Angelus di domenica 22 marzo: “Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con l’universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza”. Giorno 25 marzo alle ore 12.00, Solennità dell’Annunciazione del Signore, tutti noi pregheremo con confidenza di figli il Padre Nostro, uniti al Papa e ai cristiani del mondo.
Riecheggiano le parole di Paolo nella lettera ai Romani: “Così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri” (Rm 12, 5). Siamo condotti a comprendere che la grazia che abita questo tempo prende il nome anche di solidarietà, di reciproca appartenenza. Nessuno vive da solo o per se stesso, la preoccupazione, il dolore dell’altro mi appartengono e non mi trovano indifferente o distaccato. Per questo so che i presbiteri, i diaconi, i religiosi e le religiose e tutti i cristiani di questa nostra Chiesa vivono la chiamata alla consolazione, propria di questi giorni. Rendiamoci in tutti i modi prossimi e servi della consolazione per il fratello o la sorella. Ringrazio i sacerdoti che in questi giorni stanno dando prova di grande vicinanza alla propria comunità. Quanto è bello vedere un pastore accanto al suo gregge!
Accogliamo l’invito di San Paolo ora a “piangere con quelli che sono nel pianto” (Rm 12,15). I media ci hanno consegnato l’immagine dei mezzi militari che trasportano le centinaia di bare verso i forni crematori. La Presidenza della Cei ha chiesto a ogni Vescovo venerdì 27 marzo di recarsi presso un cimitero per un momento di preghiera e di suffragio per le centinaia di vittime del coronavirus. Mi recherò da solo, il prossimo venerdì a pregare, davanti a un cimitero cittadino e chiedo a tutti voi di unirvi spiritualmente per una preghiera ai defunti alle ore 11.00. Come segno potranno essere suonate le campane a lutto per invitare i fedeli della propria comunità alla preghiera. Sempre venerdì 27 marzo, ci ritroveremo spiritualmente uniti al Santo Padre Francesco alle ore 18.00 per la veglia di preghiera che presiederà in Piazza San Pietro.



Come sottolinea la Conferenza Episcopale: “L’intenzione è quella di affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questa pandemia, nonché di esprimere anche in questo modo la vicinanza della Chiesa a quanti sono nel pianto e nel dolore”. Siamo provati e preoccupati. Le nostre lacrime si uniscono a tutti coloro che sono nel pianto, ma “poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, - e che conosce il nostro patire - manteniamo ferma la nostra professione di fede” (cfr. Eb 4,14).


Eterno Padre, la tua gloria è l’uomo vivente.
Tu hai manifestato la tua compassione nel pianto di Gesù per l’amico Lazzaro.
Guarda oggi l’afflizione della chiesa che piange e prega
per i suoi figli morti a causa di questa epidemia
Tu oh Padre, nella risurrezione del tuo Figlio hai dato ai credenti la speranza di risorgere,
effondi ora il tuo Santo Spirito su questa umanità nel pianto e concedi la consolazione
che è il tuo stesso Figlio, poiché “Egli è il principio, primogenito di coloro che risuscitano dai morti” (Col 1,18).
Con la forza del tuo Santo Spirito,
richiama tutti noi alla speranza della vita nuova.
Amen