Udienza generale dopo il viaggio apostolico nelle repubbliche baltiche
“È commovente vedere fino a che punto può arrivare la crudeltà umana!”. Lo ha esclamato, a braccio, il Papa, che nella parte finale dell’udienza di oggi ha ricordato uno dei momenti salienti del viaggio nei Paesi baltici appena concluso: il Museo delle occupazioni e delle lotte per la libertà. “Ho sostato in preghiera nelle stanze dove venivano detenuti, torturati e uccisi gli oppositori del regime”, ha ricordato Francesco. “Ne uccidevano più o meno quaranta per notte”, ha aggiunto a braccio: “È commovente vedere fino a che punto può arrivare la crudeltà umana! Pensiamo a questo”, l’invito. A Vilnius, inoltre, il Papa ha reso omaggio alle vittime del genocidio ebraico in Lituania, esattamente a 75 anni dalla chiusura del grande Ghetto, “che fu anticamera della morte per decine di migliaia di ebrei”, ha sottolineato Francesco. “Passano gli anni, passano i regimi, ma sopra la Porta dell’Aurora di Vilnius, Maria, Madre della Misericordia, continua a vegliare sul suo popolo, come segno di sicura speranza e di consolazione”, il messaggio di speranza del Papa: “Segno vivo del Vangelo è sempre la carità concreta. Anche dove più forte è la secolarizzazione, Dio parla col linguaggio dell’amore, della cura, del servizio gratuito a chi è nel bisogno. E allora i cuori si aprono, e succedono miracoli: nei deserti germoglia vita nuova”. Nelle tre celebrazioni eucaristiche – a Kaunas, Lituania, ad Aglona, Lettonia, e a Tallinn, Estonia – “il santo Popolo fedele di Dio in cammino in quelle terre ha rinnovato il suo ‘sì’ a Cristo nostra speranza”, ha concluso Francesco: “Lo ha rinnovato con Maria, che sempre si mostra Madre dei suoi figli, specialmente dei più sofferenti; lo ha rinnovato come popolo scelto, sacerdotale e santo, nel cui cuore Dio risveglia la grazia del Battesimo”. “Preghiamo per i nostri fratelli e sorelle della Lituania, della Lettonia e dell’Estonia!”, l’invito finale, a braccio, ai 18mila presenti in piazza. (Agensir)