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La parola del Vescovo

Ai Santi Pietro e Paolo affidiamo la grande nostalgia di Cristo del tempo presente

Redazione · 6 anni fa

Questa solennità che celebra i due “Principi” degli Apostoli: san Pietro e san Paolo, uniti dallo stesso amore per Cristo e dalla stessa missione pastorale, è una delle feste più antiche della Chiesa. Saluto con cordialità e deferenza le autorità. è un momento importante questo perché in occasione dei Santi Patroni, la comunità civica e cristiana si ritrovano insieme. Un saluto a Sua Eccellenza il Prefetto Alecci e a tutta la commissione prefettizia del nostro Comune, alle distinte autorità militari della nostra città e a tutti voi carissimi fedeli che siete qui questa sera.

Celebrare la festa dei Santi Patroni è, dunque, un dovere di gratitudine e, insieme, uno stimolo a testimoniare in modo coraggioso la nostra fede in Cristo che sulla Croce ha vinto per sempre il potere della violenza con l’onnipotenza dell’amore. Infatti, la nostra festa non è staccata dalla trama complessa e difficile della vita individuale e sociale. Quotidianamente la prepotenza dei violenti, i sotterfugi di chi si crede furbo arrecando danno ad altri suoi fratelli e concittadini, attraversano come scosse la nostra storia. Celebrare i Santi Pietro e Paolo significa continuare a credere nell’onnipotenza dell’amore come vittoria contro ogni forma di male.

Il colore della festa dei Santi Pietro e Paolo è il rosso del sangue che hanno versato per testimoniare Cristo. “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13): ogni testimone della fede vive questo amore “più grande”, accettando il sacrificio fino all’estremo. D’altra parte questo rosso di cui siamo adorni in loro memoria è una testimonianza di fedeltà e libertà.

La libertà di dare la propria vita per rimanere fedele al Vangelo. Il loro martirio ci ricorda che “la forma più intensa della libertà è l’amore”. è paradossale vedere nella storia come – scrive il Card. Giacomo Biffi – “il cristianesimo si è affermato e ha vinto non quando ha cercato di andar d’accordo con gli araldi della menzogna, i profeti del nulla, gli adoratori dei vari idoli del mondo, ma quando ha saputo essere se stesso fino a esigere il sacrificio della vita; il cristianesimo si è affermato non quando si è posto a civettare con negatori dei valori e delle certezze, ma quando ha saputo affidarsi senza titubanze alla forza della verità; il cristianesimo si è affermato non quando si è illuso che la vita cristiana possa essere una passeggiata sotto i mandorli in fiore, ma quando non ha dimenticato che il battesimo arruola e sostiene in una lotta contro il male, che nella storia non finisce mai”. Ci troviamo oggi in un momento molto paradossale. Già Paolo VI diceva: «Il mondo dopo avere dimenticato e negato Gesù, lo cerca».

C’è una processione di nostalgici ma non rassegnati! Cercatori di verità che desiderano Cristo. Ci sono uomini e donne generosi che da Lui imparano il vero amore al prossimo. Un insieme di sofferenti che sentono vicino solo Cristo, uomo dei dolori. Un popolo di delusi dal “mondo” che cercano una parola ferma, una pace sicura. Un popolo di onesti che riconoscono la saggezza del vero Maestro.

«L’ansia di trovare Cristo si insinua anche in un mondo come il nostro, ma che non vuole soffocare». (Paolo VI) La Chiesa fondata su Pietro e su Paolo, ha proprio come scopo di non far dimenticare il Signore Gesù, renderlo presente, renderlo compagno concreto di ogni storia umana. Oggi ci sentiamo interpellati da San Pietro e da San Paolo. Come canta la Chiesa d’oriente: «I due grandi Apostoli sono le ali della conoscenza di Dio, che hanno percorso la terra sino ai suoi confini e si sono innalzati al cielo; essi sono le mani del Vangelo della grazia, i piedi della verità dell'annuncio, i fiumi della sapienza, le braccia della croce».

Dalla loro preghiera e dal loro esempio ci sentiamo abbracciati e in questo abbraccio riceviamo le loro stesse certezze di vita

Pietro e Paolo ci ricordano che il nostro vero rifugio è la fiducia in Dio. Come scrive San Paolo a Timoteo: «Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero». I nostri patroni benedicano la nostra Chiesa e città. A loro affidiamo la grande nostalgia di Cristo che c’è nel nostro presente affinché divenga desiderio di Lui. A Pietro e Paolo affidiamo la nostra missione di rendere vivo e presente Cristo luce delle genti, Figlio del Padre e fratello di ogni uomo e di ogni donna, di ogni popolo e nazione. Amen