“In questo giorno così speciale, a cinquant’anni dalla nascita di Lamezia Terme, vogliamo pregare per la nostra città. San Francesco era un eremita eppure ha saputo stare alla corte del re di Francia; era un uomo di preghiera ma si interessava delle vicende di tutti gli uomini. Chiediamo a lui che possano sorgere uomini e donne che si mettano a servizio del bene comune, del bene della città. Invochiamo da San Francesco la sua intercessione e gli chiediamo con quella confidenza fraterna, che la comune origine calabrese ci consegna, di ottenerci dal Signore, giorni di pace, colmi di opere di pace, benedetti dalla pace del Signore che invochiamo per noi, la nostra città e il mondo intero.” Così il vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora che questa mattina ha presieduta la concelebrazione eucaristica nella Chiesa Matrice di Sambiase, in occasione dei festeggiamenti di S. Francesco di Paola.
Nell'omelia, il vescovo indica nella vita di S. Francesco la testimonianza concreta che “i santi, non sono superuomini; ma sono uomini che hanno creduto all’amore che ha Dio per tutti gli uomini e per ogni uomo. San Francesco è uno straordinario Maestro di carità. Anche perché ci insegna, in maniera unica, l’attenzione e la vicinanza agli ultimi. Gli ultimi, carissimi fratelli miei, si sentono oggi più che mai abbandonati, sono senza voce, senza sostegno: non sanno a chi rivolgersi, dove bussare, come implorare, in che maniera vivere. Gli ultimi oggi sono diventati invisibili! E siamo chiamati ad andare proprio incontro a loro!”.
Dal presule un monito a ripensare il nostro atteggiamento verso gli ultimi, i piccoli, gli scartati della società. “Perché gli ultimi sono invisibili? Perché non sono visti e guardati in faccia dagli altri! L’indifferenza li circonda, il disprezzo e la vergogna li rende invisibili!” - ha aggiunto Cantafora - San Francesco ci ammonisce: «Sappiate che se ci nascondiamo al mondo, non ci possiamo nascondere davanti a Dio»; volendo dire: “possiamo far finta di non vedere, ma Dio vede che non abbiamo voluto vedere”. Se tra vicini non sappiamo vederci, stimarci e aiutarci a cosa serve stare insieme?” Da Cantafora un appello a a rinsaldare l'unità della città di Lamezia “che cresce solo se è capace di stare insieme”, a valorizzare e dare spazio ai tanti giovani competenti della comunità lametina.
Nel corso della concelebrazione, come da tradizione, il commissario straordinario Francesco Alecci, a nome della comunità, ha consegnato le chiavi della città nelle mani dell'immagine di S. Francesco, segno e preghiera di affidamento della città di Lamezia al Celeste Protettore della Calabria.
Vita diocesana
Cantafora: “San Francesco faccia sorgere uomini e donne a servizio del bene comune della città”
Redazione · 6 anni fa