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Una vita che invita

Sant'Agostino

Gigliotti Saveria Maria · 7 anni fa

"Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo…. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace”; così scrive Agostino nelle “Confessioni”. Figlio di un modesto possidente pagano, Patrizio, e di madre cristiana, Monica, Agostino nasce nel 354 d.C. a Tagaste, piccola cittadina della provincia romana della Numidia. Studia a Madaura dove si dedica alla retorica, e a Cartagine, dove, non ancora ventenne dalla relazione con una concubina ha un figlio, Adeodato. Professore di eloquenza a Tagaste e a Cartagine, indirizzato alla filosofia dalla lettura dell’Hortensius di Cicerone, segue la setta del Manicheismo. Trasferitosi a Roma, insegna retorica e scetticismo. E’nominato professore a Milano dove è accolto dal Vescovo Ambrogio. Qui inizia una nuova vita insieme alla sua donna ed alla madre. Per due anni segue le prediche di Ambrogio ed ha una crisi spirituale. La vita di Agostino è una continua ricerca della verità e una continua lotta contro l'errore. La lettura di San Paolo gli fa conoscere l’amore di Gesù. Lascia la cattedra e si ritira a scrivere i Dialoghi. Torna a Milano, è battezzato la notte di Pasqua del 387 dallo stesso Ambrogio e nel 391 ad Ippona è ordinato sacerdote dal vescovo Valerio che dopo qualche anno lo consacra Vescovo, nominandolo suo successore. Svolge un'intensa attività pastorale e di studio fino alla morte; predica, tiene discussioni pubbliche, scrive moltissimo e polemizza contro manichei, donatisti e pelagiani. A questo periodo risalgono le sue opere più importanti: tra il 399 e il 419 scrive "La Trinità", opera dogmatico-teologica; tra il 396 e il 427 "La città di Dio", in cui convergono considerazioni e temi a carattere storico, filosofico e teologico, "La dottrina cristiana" e "I commenti a Giovanni". "Le Confessioni", scritte nel 397, sono il suo capolavoro letterario. Con quest'opera Agostino apre all’introspezione autobiografica che avrà grande fortuna nella letteratura occidentale. In essa ricapitola la sua complessa vita spirituale formulando importanti considerazioni filosofiche e teologiche. Sublime la sua teoria nella relazione fra tempo, eternità e creazione. Nel 429 si ammala mentre Ippona è assediata dai Vandali che portano morte e distruzione; Agostino morirà il 28 agosto del 430 a 76 anni. La formazione culturale di Agostino è influenzata da Platone, Aristotele e Cicerone. Per Agostino la cultura classica da motivo alla conoscenza umana ed è il punto di partenza per giungere alla conoscenza di Dio; segue il pensiero dei Padri della integrandolo con la cultura greca e romana. Nelle scuole dell’impero è un bravo maestro di grammatica e retorica; sostiene l’insegnamento di grammatica, retorica e logica nonché di aritmetica, geometria, musica e astronomia. Nelle Confessioni ricorda come la lettura di Cicerone lo conduce allo studio della filosofia e alla ricerca della saggezza che lo spinge allo studio delle Sacre Scritture. Per lui un cristiano deve estrarre molto dalla Scrittura; analizza il concetto di trinità e fonda la sua dottrina su due punti : ”illuminazione divina e interiorità della persona”. Parte dal rapporto tra ragione e fede, tra ricerca filosofica e rivelazione divina. La fede secondo Agostino aiuta nella ricerca e per capire bisogna credere; la fede è simile alla luce che indica il cammino e per avere una fede salda è indispensabile comprendere e filosofare. Per Agostino la ragione alimenta la fede, la rafforza, la chiarifica; la fede dà equilibrio. Agostino vive e scrive cercando la verità e Dio. Cercare Dio significa cercare e conoscere l’anima, giacché Dio è presente nella nostra più profonda interiorità. Si può cercare l’anima solo se si parte da se stessi. Dal ripiegarsi su di sé si arriva alla verità che può essere scoperta solo se si guarda dentro di noi. Dall’intimo dell’io si trova la verità e Dio. La verità è Dio e finché l’uomo non l’ha trovata, non sarà mai felice. “Ci hai fatti per Te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te” (Confessioni, I,1,1). L’uomo che cerca la verità arriva a Dio che lo illumina e favorisce la conoscenza. Per lui non si può rimanere nel dubbio ma si deve cercare la verità luce che guida e quieta l’anima nella sincerità e umiltà. Con la verità la ragione giudica le cose; la verità è la rivelazione dell’essere che è Dio stesso che si rivela all’uomo e gli fa scoprire la verità. Agostino si ispira a Platone e ammette una speciale "Illuminazione" dell'Intelligenza da parte di Dio, che produce nella nostra mente le idee. Una luce che l'anima riceve da Dio e dà all’uomo la verità. La luce di Dio assiste l'anima ed è atto di Grazia, di amore, col quale Dio calma l'inquietudine umana. “Dio maestro interiore che partecipa alla Verità ed acquista lo Spirito di chi sa ascoltarlo”. (...continua)