“Tanta preoccupazione e timore avvolgono il nostro cuore in queste ore. Siamo qui a far festa, ma come possiamo dimenticare le tristi vicende di questi ultimi giorni? La tentazione dello scoraggiamento e del pensare che niente serve perché niente può cambiare, è un vero veleno che immobilizza le risorse di bene che sono radicate in questa città. Una morsa di male si è abbattuta. Si sono moltiplicate le intimidazioni e sembrano più veloci i passi di chi vuol seminare il male. Ma anche la notte più scura è destinata a finire”. Sono stati alcuni dei passaggi centrali del messaggio alla città del Vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora al termine della processione di San Francesco di Paola, compatrono di Lamezia Terme. Un richiamo ai fatti che hanno scosso negli ultimi giorni la città della Piana, preoccupazione per i giovani e il lavoro, appello a lavorare per il bene comune nel messaggio del presule che, di fronte all’immagine del Santo paolano e a tanti cittadini, ha pronunciato con forza “Via le mani dai giovani! E, voi giovani, amate la vostra libertà e la vostra vera felicità”, gridando tutta l’ansia della Chiesa lametina nel vedere “giovani usati, illusi e rovinati dalla mafia. Proprio questi fatti ci devono interrogare e chiedere quale tipo di educazione stiamo portando avanti. è una domanda che riguarda la famiglia, la Chiesa, la scuola e la società con le sue Istituzioni”. Sul tema del lavoro per il vescovo lametino “la mancanza di lavoro è l’ingiustizia più grande che viviamo in questo tempo. E quando manca il lavoro possiamo diventare prede facili del male. Ma questo rischio non diventi àlibi per le nostre coscienze”. Dal Vescovo di Lamezia l’invito a guardare al Santo di Paola “che si fece minimo, piccolo per il Regno dei cieli, ci ammaestra mostrandoci che solo chi si fa piccolo, sa farsi vicino a chi soffre. E solo chi è piccolo accanto ai fratelli è grande davanti a Dio. Francesco di Paola che ha voluto per sé e il suo ordine il motto Charitas, l’amore, il nome di Dio, interceda per la nostra città. Dove noi uomini abbiamo seminato odio, lì Dio diffonda il suo amore. Dove noi uomini abbiamo coltivato il rancore e la vendetta, lì Dio conceda perdono. Dove noi uomini abbiamo covato ingiustizia e malaffare, lì Dio sventi i piani corrotti”
Vita diocesana
Cantafora: “giovani illusi e rovinati dalla mafia. Via le mani dai giovani”
Salvatore D'Elia · 7 anni fa