Carissimi fratelli e sorelle, al termine della processione, possiamo fissare i nostri occhi sull’immagine viva di questo uomo del Vangelo, di questo santo a noi così familiare, intimo e amico. Sì, Francesco è un’icona del Vangelo. E la sua parola, la sua vita e la sua santità sono presenti in mezzo a noi. Annotano i biografi del santo: «(Francesco) aveva grande compassione dei tanti infelici, per terra e per mare». Questo sguardo di compassione sappiamo che è rivolto a ciascuno di noi. Siamo qui davanti a lui, con la gioia della festa nel cuore, ma anche con la fatica del nostra vita quotidiana insieme alle speranze per noi stessi, per le nostre famiglie, per la nostra città. Spesso la tentazione dello scoraggiamento e del pensare che niente serve perché niente può cambiare, è un vero veleno che immobilizza le risorse di bene che sono radicate in questa città. C’è chi vuole diventare grande, seminando terrore, lacrime e dolore. Francesco di Paola, che si fece minimo, piccolo per il Regno dei cieli, ci ammaestra mostrandoci che solo chi si fa piccolo, sa farsi vicino a chi soffre. E solo chi è piccolo accanto ai fratelli è grande davanti a Dio. Tanta preoccupazione e timore avvolgono il nostro cuore in queste ore. Siamo qui a far festa, ma come possiamo dimenticare le tristi vicende di questi ultimi giorni?Una morsa di male si è abbattuta. Si sono moltiplicate le intimidazioni e sembrano più veloci i passi di chi vuol seminare il male. Ma anche la notte più scura è destinata a finire! Ci preoccupa vedere dei giovani usati, illusi e rovinati dalla mafia! Via le mani dai giovani! E, voi giovani, amate la vostra libertà e la vostra vera felicità! Ma, proprio questi fatti ci devono interrogare e chiedere quale tipo di educazione stiamo portando avanti. è una domanda che riguarda la famiglia, la Chiesa, la scuola e la società con le sue Istituzioni. L’ingiustizia più grave che viviamo in questo tempo è proprio la mancanza di lavoro. E quando manca il lavoro possiamo diventare prede facili del male. Ma questo rischio non diventi àlibi per le nostre coscienze! Francesco di Paola che ha voluto per sé e il suo ordine il motto Charitas, l’amore, (il nome di Dio), interceda per la nostra città. Dove noi uomini abbiamo seminato odio, lì Dio diffonda il suo amore. Dove noi uomini abbiamo coltivato il rancore e la vendetta, lì Dio conceda perdono. Dove noi uomini abbiamo covato ingiustizia e malaffare, lì Dio sventi i piani corrotti. Di cuore nel nome del Signore, vi imparto la benedizione.
La parola del Vescovo
Messaggio alla città in occasione della festa di S. Francesco
Salvatore D'Elia · 7 anni fa