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Una vita che invita

Francesco e Giacinta

Salvatore D'Elia · 7 anni fa

Francesco Marto nasce nel 1908 in una frazione di Fatima in Portogallo, decimo figlio di Emanuele Pietro Marto e Olimpia di Gesù. La sorella Giacinta nasce nel 1910 undicesima e ultima figlia. Francesco, Giacinta e la cugina Lucia sono i veggenti delle apparizioni Mariane di Fatima avvenute tra il 13 Maggio e il 13 Ottobre 1917; all’epoca avevano nove, sette e dieci anni. I fratelli erano molto riservati e amavano ritirarsi a pregare. Francesco e Giacinta dopo le apparizioni si ammaleranno per l’epidemia di spagnola. Francesco muore in poco tempo, il 4 aprile 1918; Giacinta, bambina molto vivace, accetta le sofferenze per amore di Dio e della Madonna. Muore il 20 febbraio 1920. Per Giacinta la malattia è un calvario che sopporta e offre «per la conversione dei peccatori e per riparare gli oltraggi al Cuore Immacolato di Maria». Entrambi sono beatificati da Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000 e canonizzati da Papa Francesco il 13 Maggio 2017. I resti mortali di Francesco e Giacinta sono venerati nella Basilica di Nostra Signora di Fatima. Francesco, Giacinta e Lucia si divertono a gridare ad alta voce in cima alle montagne. Il nome preferito per farlo riecheggiare è quello della Madonna. Giacinta si diverte a recitare l’Ave Maria e attende la risposta dell’eco della vallata. A lei la Vergine Santissima comunica tante grazie e conoscenza di Dio, come scriverà suor Lucia. La sera, terminato il pascolo, Francesco e Giacinta, nell’aia della famiglia di Lucia, giocano e aspettano che la Madonna e gli Angeli accendano le loro “lucerne” che per loro sono la luna e le stelle. Francesco le conta ed ama molto il sorgere e il tramontare del sole che vede “lucerna del Signore”. Giacinta ama la Luce della Madonna. Francesco e Giacinta ascendono vette mistiche ricche di grazia e di alte virtù. Francesco ama la profonda preghiera e quando va a scuola a volte dice a Lucia: «Senti, tu va’a scuola. Io resto qui, in chiesa, vicino a Gesù. Non vale la pena di imparare a leggere, fra poco vado in Cielo; di fronte al Tabernacolo, io guardo Lui e Lui guarda me». Giacinta fa penitenze per salvare anime peccatrici dall’Inferno; Francesco pensa a consolare il Signore e la Madonna. Ricorda la promessa di Maria Vergine di portarlo presto in Cielo con Giacinta e gioisce dicendo: «Lassù almeno potrò meglio consolare il Cuore di Gesù e di Nostra Signora». Giacinta vive in parallelo col fratello; identica serenità spirituale vissuta in un clima di profonda fede. Ha un temperamento forte e volitivo; è entusiasta e spensierata ed ama il ballo e la poesia. Dopo le apparizioni muta i suoi interessi e non ballerà più, assumendo un aspetto serio, modesto, amabile. Racconta Lucia che la cugina “è il ritratto dei puri di cuore i cui occhi parlano di Dio”. Giacinta pratica il sacrificio e le mortificazioni. Francesco ama il silenzio, ha un carattere mite, umile, paziente, sorridente, gentile, condiscendente. E’solito dire: «Fa’pure… a me che me n’importa!», perché davvero nulla gli importa se non le realtà celesti. Per Lucia, Giacinta e Francesco le maggiori sofferenze sono le ostilità familiari e Lucia in particolare è considerata bugiarda dalla mamma. Lucia è la veggente più interrogata dalle autorità religiose e civili. Nel luogo delle apparizioni, di proprietà della famiglia, non sarà più possibile coltivare nulla: la gente si reca con asini e cavalli ed il terreno fertile e lucroso di prima ormai è tutto rovinato. Bambini innocenti che pregano tanto invitano i bimbi di oggi alla preghiera come prediletti del Signore nella loro semplicità ed innocenza. Francesco, Giacinta e Lucia raffigurano il “bambino” che si affida al Signore ed alla Madonna in ogni momento della giornata . «Ave o Maria, Gesù, vi prego per la mamma, per il papà, per i nonni, fa che io sia sempre buono; proteggi tutti noi etc». La Madonna sceglie tre bambini di Fatima in Portogallo; Gesù sceglie pescatori, Maria sceglie pastorelli. Rivela a Fatima i rimedi che l’umanità e la Chiesa dovranno prendere per combattere errori e guerre: la recita del Santo Rosario, la lotta contro il peccato etc. Nel 1935 il Vescovo di Leiria chiederà a suor Lucia di scrivere tutto ciò che sa sulle apparizioni. Lucia risponde in tre memorie nell’arco di diversi anni. Lucia e Giacinta prima vedono un Angelo e poi la Madonna che vedono e sentono; Lucia può colloquiare mentre Francesco vede soltanto. Tutti i messaggi invitano a pregare. La terza memoria contiene il “Segreto” che la Chiesa renderà pubblico nel 2000: «L’Angelo, indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse Penitenza. E vedemmo in una luce immensa che è Dio un Vescovo vestito di bianco….». Francesco, Giacinta, Lucia e la grazia che la preghiera e la testimonianza li legano a Gesù e alla Madonna. Bambini di ieri e di oggi che fanno felici i genitori nelle famiglie dove la preghiera e la benedizione regnano sovrane.