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Una vita che invita

Vittorio Trancanelli "Servo di Dio"

Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa

“Da oggi il Servo di Dio Vittorio Trancanelli assurge agli altari con l’appellativo di Venerabile”. Così il Cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti ha dato l’annuncio alla comunità diocesana, mettendo in risalto che Vittorio Trancanelli (1944-1998) da laico, padre di famiglia e medico chirurgo “ha testimoniato la sua fede in Cristo in sala operatoria e nel sociale accogliendo in casa i più piccoli, spesso malati e in gravi difficoltà”. PapaFrancesco, a seguito dei Sinodi sulla famiglia, aveva chiesto alla Congregazione delle cause dei Santi di esaminare in via preferenziale cause di Servi/e di Dio laici, padri/madri di famiglia forti di virtù cristiane. Tra questi Vittorio Trancanelli è stato “testimone di santità nella professione e nel quotidiano”. “Il Servo di Dio Vittorio Trancanelli – afferma Bassetti - sarà Venerabile e sarà per la nostra Chiesa un grande dono ed una grazia che ci carica tutti di responsabilità”. A parlare di Vittorio Trancanelli è la moglie, Rosalia Sabatini, che racconta la vita santa del marito, ammalatosi gravemente nel 1976, un mese prima della nascita di Diego, loro unico figlio naturale. Malattia e lavoro non impedirono ai coniugi Trancanelli di accogliere nella loro casa come figli altri sette ragazzi, alcuni dei quali disabili. Nel 1998 Vittorio si ammala nuovamente e dopo tre mesi muore, il 24 Giugno. Prima di morire, racconta la moglie, Vittorio volle tutti i figli attorno a sé dicendo: “Per questo vale la pena vivere; anche se fossi diventato chissà chi, se avessi avuto i soldi in banca, avessi comprato tante case, cosa avrei portato con me adesso? Cosa portavo davanti a Dio? Adesso porto l’amore che abbiamo dato a queste persone”. L’esperienza dei coniugi Trancanelli porta alla nascita dell’associazione “Alle Querce di Mamre”, una opera di carità, con sede a Cenerente di Perugia. Vittorio nasce a Spello in provincia di Perugia il 26 aprile 1944. E’medico sollecito verso i malati, padre che accoglie i bambini in difficoltà, uomo animato da profonda fede. Medico all'ospedale Silvestrini di Perugia vede la sua vita segnata da dolore e sofferenza: si ammala gravemente durante la prima gravidanza della moglie che perde la creatura che aveva in grembo. Si riammala cinque anni dopo, all’ottavo mese della seconda gravidanza di Lia. Operato d’urgenza, nove giorni dopo nasce Diego, il loro unico figlio naturale. Archivia il sogno di andare in missione e riorganizza la vita sua e della moglie scoprendo un vasto campo di missione nell’ospedale in cui lavora e dove è un eccellente chirurgo. Crea un rapporto nuovo con il paziente suscitando nei colleghi uno spirito di imitazione, trascinati dal suo esempio ad umanizzare e addolcire la professione guardando al malato come missione nella vita da medico. E’sensibile verso la sofferenza e insieme alla moglie apre la sua casa all’accoglienza. In adozione o in affido arrivano sette figli; con altre cinque famiglie dedite all’accoglienza di donne e bambini in difficoltà nasce l’associazione “Alle Querce di Mamre”. L’associazione ha in Vittorio la sua anima, la sua fonte ispiratrice e il suo modello; lui non si stanca di ripetere, a sé ed agli altri: “è vero che l'accoglienza non sempre è facile, a volte è faticosa, ma il Signore ci dice: ‘Se io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni e gli altri...’”. Ancora oggi la moglie Lia e le famiglie accolgono dal Pakistan, dall’India, dal Brasile mamme che hanno bisogno di sostegno e di ospitalità. Innamorato della moglie coltiva due passioni: gli Etruschi e l’ebraismo. Si interessa di Sacra Scrittura ed ebraismo che studia con passione per tutta la vita. L’ebraismo è frutto della sua intuizione che Gesù era un ebreo osservante e dall’amore per Gesù di Nazareth nasce in lui l’interesse per la lingua e le scritture ebraiche, le tradizioni, le feste. Collabora col centro ecumenico San Martino di Perugia, dove è affettuosamente chiamato “il nostro rabbino”. Nel 1998 Vittorio si ammala di nuovo e gravemente. Muore il 24 giugno. Al funerale, celebrato in una Cattedrale gremita di fedeli, l’Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, Giuseppe Chiaretti nella sua omelia pronuncia questa bellissima frase: “Personalmente considero Vittorio un santo laico”. Vittorio ora riposa nella chiesa parrocchiale di Cenerente. Già lo chiamano “il santo della camera operatoria” . E’Venerabile futuro Santo e tanti sono quelli che si ispirano alla sua limpida testimonianza di fede. L’Arcivescovo emerito di Perugia, Chiaretti, amava definirlo il “santo laico del nostro tempo” e per questo motivo lo ha proposto alla venerazione e all’imitazione di tutti. Resta un esempio da imitare per tutti i medici e per tutti i papà che forti dell’amore familiare aprono i loro cuori a tanti bisognosi.