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Festa del Carmine 2015, la Madonna "a tutti i crocevia per indicarci la strada"

Paolo Emanuele · 9 anni fa

“…Abbiamo visto tante mamme e nonne venire in chiesa, inginocchiarsi, pregare e cantare i canti della tradizione locale in onore della Madonna, una Madre che ci consegna il figlio Gesù Cristo”.

Così don Gigi Iuliano, parroco della chiesa del Carmine in Lamezia ovest, dal palco di Piazza Garibaldi a chiusura della processione della statua della Madonna del Carmine, che ha concluso giovedì 16 luglio la parte religiosa dei festeggiamenti in onore alla Beata Vergine del Monte Carmelo, nota come Madonna del Carmine.

Il termine “Carmelo” significa “fiore di bellezza”. La storia del Carmelo è nota. Elia, primo profeta d’Israele (IX sec a. C.), dimorando sul monte Carmelo (catena montuosa che si trova nell’Alta Galilea, regione dello Stato di Israele), ebbe la visione della venuta della Vergine Maria, che si alzava sotto forma di una piccola nube dalla terra verso il monte, portando la pioggia e salvando così Israele dalla siccità.

“In un mondo in cui predomina la cultura della morte e del relativismo etico, con la perdita del senso della vita –ha aggiunto don Gigi Iuliano, affiancato dal suo vice don Claudio Piccolo Longo-, imploriamo per noi e per il mondo intero la misericordia”. Il sacerdote ha poi rimarcato ai fedeli “il ritorno alla vita semplice, alla preghiera. Ricordate che i soldi, il successo –ha evidenziato- non contano nulla nella vita… Non costruite barriere, inimicizie, ma siamo capaci di perdonare. Che la Madonna ci perdoni per il male commesso”. Da qui, un’accorata preghiera alla Madonna: “O Vergine, fa che questo popolo cresca in santità. Dona ai tuoi figli un senso compiuto in ogni gesto e in ogni giorno. Amatevi e voletevi bene, questo ci dice la Madonna”. Don Gigi ha ringraziato l’Amministrazione Comunale (presente con il vicesindaco Francesco Caglioti), la Polizia Municipale e i Carabinieri della locale Stazione per il servizio svolto, con un ringraziamento finale ai Padri Minimi della vicina Parrocchia San Francesco di Paola, aggiungendo che “non ci sono due parrocchie, ma c’è la Chiesa unita”.

Quest’anno il novenario del Carmine è stato caratterizzato dal tema “In Cristo Gesù il nuovo Umanesimo”, mentre la Chiesa Italiana si proietta verso il 5° Convegno ecclesiale di Firenze.

“La fede in Cristo –come hanno evidenziato nel programma della festa il parroco don Gigi iuliano e il suo vice don Claudio Piccolo Longo- è un grande e atteso <> a tutto ciò che il cuore umano anela con verità; è un <> di salvezza e promessa di umanità piena e nuova”. I due sacerdoti hanno ancora evidenziato ai fedeli che “in questa festa la Madonna è vicina ai suoi figli”, perché “Ella si trova a tutti i crocevia, per indicarci la strada”.

Nella prima serata della novena, dopo la Messa, il locale Punto pace di Pax Christi ha proposto la Veglia di preghiera “Romero: un Vescovo fatto popolo” per la Beatificazione di Monsignor Oscar Romero (ucciso da un sicario il 24 marzo del 1980 mentre stava celebrando la Messa a San Salvador, gli è stato riconosciuto da Papa Francesco, con proprio decreto del 3 febbraio 2015, il martirio <>; dallo stesso Santo Padre il 23 maggio 2015 è stato elevato alla gloria degli altari, come beato, in una solenne celebrazione in San Salvador).

Durante la novena del Carmine, con la vestizione temporanea di 5 aspiranti (un uomo e 4 donne) terziari carmelitani (momento curato in collaborazione con la priora del Terz’Ordine Carmelitano di Sambiase, Rosetta Pullia), che hanno chiesto di sperimentare per 2 anni la Regola del Carmelo, si è voluto anche celebrare il 50° anniversario delle prime vestizioni del Terz’Ordine del Carmelo (1965 -14 luglio- 2015), che per 44 anni a Sambiase ha avuto come guida spirituale don Pasquale Luzzo (scomparso il 12 agosto 2013); oggi guida spirituale del T.O.C. (Terz’Ordine Carmelitano) è l’attuale parroco del Carmine don Gigi Iuliano “che cerca –come riportato in una nota del Terz’ordine del Carmelo- di guidare il T.O.C. sulle tracce lasciate da chi lo ha preceduto restando fedele alla tradizione, ma allo stesso tempo proiettando il T.O.C. in una nuova dimensione, che viene dal suo modo carismatico di trasmettere il Vangelo”. Tutto questo mentre fervono i preparativi per il T.O.C. in vista della celebrazione, nel 2020, del 70° anniversario della sua costituzione (si ricorda che “il Terz’Ordine Carmelitano di Sambiase fu istituito il 12 luglio 1950 da don Bruno Bernardi, sacerdote di grande valenza spirituale, morale e culturale”).

Riprendendo il programma della festività, la vigilia della festa è stata caratterizzata dalla benedizione e consegna del Santo Scapolare (noto come “abitino”, quale “segno per i devoti –come ha evidenziato don Iuliano- di una speciale protezione materna; un segno di protezione che richiama alla modestia, alla mortificazione, alla preghiera, alla consacrazione al Cuore Immacolato di Maria”) e dalla Santa Messa, durante la quale è stata consegnata la mantellina ai portantini della sacra effige.

La Messa delle ore 10:00 del 16 luglio, festa solenne in onore della Beata Vergine del Monte Carmelo, animata dalla corale parrocchiale (che ha eseguito i canti durante tutta la novena e al termine della processione), è stata presieduta dal nostro Vescovo, S. E. monsignor Luigi Antonio Cantafora. Il presule all’omelia ha spiegato come nell’antica tradizione la festa liturgica del 16 luglio si lega alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, raccontando che essa fu istituita per commemorare l’apparizione mariana del 16 luglio 1251, quando la Vergine apparve al priore generale dell’ordine carmelitano (tale Simone Stock, un presbitero inglese) e le diede uno scapolare (nda, “abitino”; coloro che indossano sulle spalle lo scapolare della Madonna del Carmelo praticano una speciale devozione a Maria per la loro salvezza), rivelandogli i privilegi connessi alla sua devozione. La Madonna infatti ha promesso: <>. Monsignor Cantafora, evidenziando che il “monte Carmelo indica la visione totale della volontà di Dio”, ha ricordato nella figura di Giovanni Paolo II un grande devoto della Madonna del Carmelo. Il vescovo, nel concludere la sua omelia, parlando dei mali di oggi, che rovinando i nostri rapporti ci allontanano dal Vangelo, ha rimarcato che “oggi c’è bisogno di una Chiesa profetica che annunci che Dio sta con noi”.

A partire dalle 19:00, la sacra effigie della Madonna del Carmine ha attraversato le vie cittadine. La processione, alla quale ha presenziato in forma ufficiale (ed è la prima volta alla Processione del Carmine che una Amministrazione partecipa in forma ufficiale) il vice sindaco di Lamezia Terme, Francesco Caglioti, è stata aperta dallo stendardo del Carmine e da quello di Maria Rifugio delle Anime; poi la statua della Madonna del Carmine; quindi, la banda musicale diretta dal M° Enzo Minieri e, dietro, il popolo di Dio. Prezioso il contributo offerto dagli scout per l’ordine della processione, che si è snodata per un primo tratto nella zona circostante il sacro tempio di Cafaldo, con la statua che è stata accolta ovunque, al suo passaggio, con i più bei damaschi, che scendevano dai balconi delle abitazioni. Poi la processione ha attraversato la “Miraglia”, scendendo per la Rettoria dell’Addolorata, per raggiungere corso Vittorio Emanuele, passando davanti alla Matrice, spalancata e con tutte le luci accese (come del resto si fa in tutte le chiese al passaggio di una immagine sacra); e poi, davanti alla chiesa di S. Francesco di Paola, con la statua mariana accolta nel sacro tempio per l’incensazione da parte dei Padri dell’Ordine dei Minimi: questo momento tradizionale della <> della Madonna del Carmine nella chiesa di S. Francesco ricambia quanto accade ogni 2 giugno, durante la processione del Santo Paolano, quando la statua del Taumaturgo calabrese entra per pochi minuti nella chiesa del Carmine. La processione, quindi, è ripresa scendendo per Piazza 5 Dicembre, via delle Terme e per un tratto della “Stradella”; quindi, da Via Nicola Sposato la processione ha raggiunto Via Eroi di Sapri, per poi passare da piazza Fiorentino e salire fino alla chiesa del Carmine, dove in Piazza Garibaldi il parroco don Gigi Iuliano, con il simulacro della Madonna sul palco, ha rivolto il suo saluto ai fedeli, terminando con la benedizione. Quindi, una bella e poderosa batteria di giochi pirici e la fine della processione con il rientro della statua in chiesa, accolta dagli inni mariani, eseguiti dal coro parrocchiale.

Una processione, alla quale hanno partecipato diversi emigrati, che hanno fatto ritorno nella propria terra, tra i propri parenti, contenti di seguire i festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine, immortalando con macchinette e videocamere la processione con la statua della Madonna.

La festa ha avuto anche lo svolgimento di un programma civile. Dopo il 30° torneo di calcetto e “8° memorial Enzo Cuda” (il torneo -sotto l’egida di Federico Pulice, Raffaele Cimino e Carlo Mazzei- è stato vinto dalla squadra “La Spiga d’oro”; alla finale dell’incontro del calcetto –all’inizio del quale è stato osservato un minuto di silenzio in memoria di don Pasquale Luzzo e nel ricordo del giovane Pasquale Gallo, scomparso prematuramente il 30 giugno 2015- hanno presenziato il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro e l’assessore Angelo Bilotta), ad aprire la vigilia dei festeggiamenti civili un programma di giochi popolari, animati dall’Agesci; mentre la sera della festa, danze e canti popolari con “i Briganti”, gli alunni dell’Istituto Comprensivo “Fiorentino-Borrello”, diretti dal Prof. Enzo Mano e “I Rugari”, diretti dal M° Gennaro Emanuele.

Nel corso delle due serate, vigilia e festa, è stato funzionante, a cura degli Scout e del Masci (Movimento Adulti Scout), uno stand gastronomico a prezzi modici.

Antonio Cataudo