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La parola del Vescovo

Pregare per i defunti è testimonianza di coraggio che nutre la nostra fede nel Risorto

Salvatore D'Elia · 8 anni fa

è certamente cosa buona pregare per i nostri fratelli defunti. Un gesto buono, nobile, che affonda le radici nella ferma fede che l’uomo non finisce con la morte. Il suo destino è la resurrezione, la vita eterna! In tempi in cui le violenze, le guerre e i conflitti sembrano dominare così che la persona umana non conta nulla, ricordare, pregare per i nostri defunti è un pensiero religioso e santo. Questo rafforza la nostra fiducia e la nostra speranza nel Signore. Giobbe nella prima lettura, a questo proposito, pronuncia parole significative, quasi da essere “incise per sempre sulla roccia”, perché rimangano nel cuore e nella memoria delle future generazioni: «Io so che il mio vendicatore è vivo e da ultimo… senza la mia carne vedrò Dio». Giobbe ha la certezza di vedere il volto di Dio e questo è tutto per Lui. «Io lo vedrò», dice. La notte, il buio,le tenebre che tante volte opprimono l’esistenza e che sono come un anticipo di morte, sono vinte perché il Signore è vincitore della morte per sempre. Per questo «la speranza non delude», grida Paolo. Cristo è stato solidale con noi: ha assunto la nostra morte, ha pagato “lo stipendio” del peccato che conduce alla morte. Noi carissimi, siamo stati pagati a caro prezzo! Per questo Dio dimostra il suo amore verso di noi, perché mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi. Allora siamo tutti riconciliati con Dio per il suo sangue e attendiamo con fiducia la nostra risurrezione. Questa certezza, questo pegno, è la garanzia della nostra speranza che si fa attesa orante per i nostri fratelli defunti. Cristo, il Signore, il Kyrios è vivente oggi e sempre. Con Lui noi vivremo. Questa è una parola sicura che fonda la speranza della Chiesa! Infatti noi viviamo della vita del Risorto per sempre. Questa è infatti la volontà del Padre:dare la vita eterna a tutti coloro che Egli ha dato al Figlio (cfGv 17, 2). Vedete, questa è la vittoria che vince il mondo: la nostra fede. Il Padre ci ha donato al Figlio e nel Figlio sperimentiamola misericordia, l’amore gratuito, la tenerezza del Padre. Pregare per i nostri fratelli defunti, allora non è solo un pio esercizio, ma è una testimonianza di coraggio che nutre la nostra fede nel Risorto. Egli ha vinto il dolore, la morte e ci apre le porte della vita eterna, cioè la pienezza della vita! Il viatico per attraversare la morte è la fede nel Risorto, è la certezza della speranza nella Resurrezione. Nulla è perduto, tutto viene risuscitato. Non solamente tutti, ma tutto! Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per essere accolti insieme ai nostri cari nelle braccia del Padre: «Venite, benedetti del padre mio!» (Omelia messa in suffragio dei defunti celebrata nel cimitero di Sambiase)