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Il Vangelo della domenica

La fede è una relazione sempre aperta con Dio

Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa

Questo Vangelo ci dà l’occasione di meditare un po’sulla fede. Gesù ha appena annunziato ai suoi discepoli che sono chiamati a perdonare sempre e comunque, tante volte quante l’altro si pente, senza se e ma; è difficile e per questo i discepoli chiedono a Gesù: accresci la nostra fede. Ma Gesù smonta questa loro preghiera: se aveste fede quanto un granellino di senape, potreste dire a questo gelso va e gettati in ma-re, e lui lo farebbe. Il punto non è avere “tanta fede”, quasi che la fede fosse qualcosa di quantificabile, ma avere fede; e che cosa è la fede? Una serie di nozioni da sapere a memoria? Una quantità di preghiere da fare al giorno? No, la fede prima di tutto è una relazione, un rapporto di fiducia con il Signore Gesù; è fidarmi di Lui, seguendo la sua parola in tutti gli ambiti della mia vita. La fede non è una cosa che si misura in chili, ma è una virtù teologale che mi viene data con il battesimo; è la capacità meravigliosa di relazionarmi con Gesù e di accogliere in me la sua vita, il Suo Spirito Santo. Non è una mia qualità, né un oggetto che una volta che ce l’ho sono a posto; no, è una relazione di vita, dinamica, relazione di amicizia, di amore, chiamata a maturare e ad approfondirsi. è chiaro che poi a-vrò anche bisogno di conoscere l’insegnamento di Gesù e della Chiesa per capire se sto vivendo la mia fede nel modo corretto e crescere nella conoscenza di Cristo, perché fidarmi di Gesù vuol dire mettere in pratica quello che mi dice. Se viviamo così, viviamo come i servi della parabola che sono sempre all’opera: ci dice in semplicità che la nostra fede non è qualcosa di settoriale, che abbraccia solo qualche momento della nostra vita o qualche attività, della serie ho servito Dio sin qui, ho fatto il mio dovere e ora mi faccio i fatti miei. Spesso si riduce la pratica della fede ai momenti della preghiera, della Messa, della devozione dopodiché mi sento a posto e nel quotidiano “apriti cielo” con una vita disordinata o lontana dal Vangelo; oppure Dio lo si fa entrare solo in alcuni ambiti della vita, ad esempio: mi comporto cristianamente sul lavoro, ma nella sessualità no, lì che c’entra Dio… oppure con “le persone di chiesa” sono in un modo, con gli altri amici in un altro, e mi adeguo a modi di fare mondani e dissoluti; oppure faccio l’elemosina, ma poi se posso alimento discorsi razzisti…. Ma la fede è ben altro: è una relazione sempre aperta con Dio. Ho amato e servito Dio nel lavoro? Bene, ora il mio servizio conti-nua nella famiglia; ho incontrato Gesù a messa? Bene, ora continua la relazione con Lui impegnandomi nello studio, divertendomi in modo sano con i miei amici; sì, perché se sono amico di qualcuno, non lo sono solo in certi momenti o a certe con-dizioni. I discepoli nel Vangelo vorrebbero un aumento di fede, della serie: così ce l’abbiamo e siamo a posto; no, la fede non è qualcosa che ti metti in tasca e basta. è come la vita: è dinamica, in costante crescita; in ogni avvenimento sono chiamato a relazionarmi con Dio, a fidarmi di Lui, seguendo la Sua volontà. Esiste forse un momento o un ambito della vita dove Dio non entra? Se c’è, quello sarà un ambito mediocre e meschino della mia vita. Se vivo così la fede, come alcune cose da fare e altre no, forse non sono ancora entrato in una relazione profonda con il Signore, non gli ho consegnato la mia vita, non ho scoperto quanto sia bello vivere uniti a Lui, cercando in ogni cosa la Sua volontà, passando di gioia in gioia, di consolazione in consolazione… Siamo chiamati a stringerci la veste ai fianchi e servire; è un’immagine pasquale che ricorda il gesto di Gesù nell’ultima cena, in cui ha lavato i piedi a tutti, simboleggiando il dono della sua vita per la nostra salvezza, un dono che non ha fatto solo per un certo tempo o in alcuni momenti, ma dono totale, sino all’ultima goccia di sangue. Felici, di servire per amore un Signore che per noi si è fatto servo, amandoci fino alla fine pur di darci la salvezza eterna.