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Chiesa

Papa Francesco: non tollerare abusi su minori

Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa

Rafforzare il dialogo per la pace di fronte alla “disperata situazione umanitaria” della Siria; difendere i minori senza tollerarne “gli abusi”; promuovere la dignità umana nel “pieno rispetto delle normative sul lavoro e sull’ambiente”. Sono le riflessioni e, insieme, la preghiera del Papa al Regina Caeli in Piazza San Pietro, dedicato anche al significato del dono dello Spirito Santo nella nostra vita. E’un Papa che riceve con “profondo dolore” le drammatiche notizie provenienti dalla Siria e, subito dopo la recita del Regina Caeli, prega perché termini al più presto “la spirale di violenza che - osserva - continua ad aggravare la già disperata situazione umanitaria del Paese”. Il pensiero va alla “città di Aleppo” e alle “vittime innocenti” del conflitto, tra cui “perfino” - ricorda - i bambini, i malati e coloro che “con grande sacrificio” sono impegnati a prestare aiuto al prossimo. “Esorto tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare la cessazione delle ostilità e a rafforzare il dialogo in corso, unica strada che conduce alla pace”. Francesco ricorda anche chi lotta “contro ogni forma di abuso sui minori”: lo fa salutando e esortando a continuare con coraggio l’impegno dell’associazione “Meter” di don Fortunato Di Noto: “Questa è una tragedia! Non dobbiamo tollerare gli abusi sui minori! Dobbiamo difendere i minori e dobbiamo punire severamente gli abusatori”. Nel giorno in cui la Chiesa celebra San Giuseppe lavoratore, festa dei lavoratori in tutto il mondo, e ricordando che nelle prossime ore a Roma si tiene la Conferenza Internazionale sul tema “Lo sviluppo sostenibile e le forme più vulnerabili di lavoro”, il Pontefice auspica una sensibilizzazione di autorità, istituzioni politiche ed economiche e società civile: “Si promuova un modello di sviluppo che tenga conto della dignità umana, nel pieno rispetto delle normative sul lavoro e sull’ambiente”. Nel corso del Regina Caeli, ripercorrendo il Vangelo di Giovanni dedicato all’Ultima Cena, il Papa ricorda poi che “non siamo soli”, perché “Gesù è vicino a noi, in mezzo a noi, dentro di noi”, attraverso il dono dello Spirito Santo, per mezzo del quale è possibile instaurare un rapporto vivo col “Crocifisso Risorto”. Ed il segno della presenza dello Spirito Santo, aggiunge, è “la pace che Gesù dona ai suoi discepoli. Essa è diversa da quella che gli uomini si augurano e tentano di realizzare. La pace di Gesù sgorga dalla vittoria sul peccato, sull’egoismo che ci impedisce di amarci come fratelli. E’dono di Dio e segno della sua presenza”. Ogni discepolo è “chiamato oggi a seguire Gesù portando la croce” e ricevendo la Sua pace: “Lo Spirito, effuso in noi con i sacramenti del Battesimo e della Cresima, agisce nella nostra vita. Lui ci guida nel modo di pensare, di agire, di distinguere che cosa è bene e che cosa è male; ci aiuta a praticare la carità di Gesù, il suo donarsi agli altri, specialmente ai più bisognosi”. D’altra parte, come fu per gli apostoli, anche oggi - prosegue - lo Spirito Santo insegna e ricorda “nei nostri cuori” le parole di Cristo. Ai discepoli servì a “comprendere sempre più pienamente il Vangelo”, per essere “inviati” a portarne l’annuncio “in tutto il mondo” e a “risvegliare la memoria” sugli insegnamenti di Gesù. Questo - spiega - è “ciò che avviene ancora oggi nella Chiesa”, guidata dalla luce e dalla forza dello Spirito Santo, perché “possa portare a tutti il dono della salvezza, cioè l’amore e la misericordia di Dio. Quando voi leggete tutti i giorni - come vi ho consigliato - un brano, un passo del Vangelo, chiedere allo Spirito Santo: ‘Che io capisca e che io ricordi queste parole di Gesù’. E poi leggere il passo, tutti i giorni... Ma quella preghiera prima allo Spirito, che è nel nostro cuore: ‘Che io ricordi e che io capisca’”. (da Radio Vaticana)