Siamo nella domenica del “buon pastore”, in cui la Chiesa invoca da Dio il dono di tante e sante vocazioni alla vita consacrata e al sacerdozio, perché tanti giovani abbiano il coraggio di ascoltare e seguire la voce di Gesù: vieni e seguimi! In questo vangelo Gesù ci parla utilizzando un’immagine molto comune a quel tempo in Palestina: quella del pastore. La cosa che ci sorprende è che questo pastore non è come tutti gli altri: ha una relazione di affetto speciale con le sue pecorelle, esse le seguono e lui dà loro la vita eterna e sono così al sicuro che nessuno le può portare via dalla sua mano! Anzitutto le pecorelle sono tali perché ascoltano; non era raro vedere dei greggi mischiati nello stesso riparo per la notte e al mattino, i due pastori chiamare le proprie pecorelle che si dividevano, seguendo ciascuna la voce del proprio pastore! Nell’Antico Testamento ascoltare indica un sentire profondo a cui segue l’obbedire. Ecco, la nostra relazione con Dio parte da questo grande segreto: ASCOLTARE!, cercando poi di seguire, cioè mette-re in pratica quanto udito! La fede, dice san Paolo, dipende dall’ascolto! Tanti non sentono se non quello che gli conviene; altri sentono ma non ascoltano (basti pensare il tasso di distrazione durante le messe); altri ascoltano ma poi non mettono in pratica, e dopo anni di cammino, sono sempre fermi allo stesso punto…Gesù è un pastore particolare: guida con la voce, con la Sua Parola: non impone a nessuno di seguirlo, le sue pecore amano la sua voce, la riconoscono come verità e bellezza e lo seguono liberamente, senza bisogno di costri-zioni, di bastoni o di cani! Noi abbiamo bisogno di prenderci del tempo du-rante le nostre giornate per pregare, per meditare sul Vangelo lasciandolo scendere nel cuore: con la Sua Parola d’amore Gesù ci parla al cuore, facendoci sentire conosciuti, amati, compresi fino in fondo… qui trova risposta un nostro bisogno fondamentale: pensiamo che sofferenza quando ti trovi in un posto nuovo dove “non ti conosce nessuno”; peggio ancora se questo “nessuno” potrebbe essere Dio… Gesù si rivela come il Pastore che ci conosce e ci ama uno ad uno, che ci parla personalmente, con tenerezza, che ci guida parlando al nostro cuore, non violentandoci, ma valorizzandoci! A questo punto la pecorella segue il pastore, perché si è riscoperta amata e conosciuta; quella Parola, colma di bellezza e verità, ha fatto vibrare le corde del suo cuore e ora non può più farne a meno, seguendo le orme di Cristo, donandosi a sua volta come Cristo ha fatto con lei. è lo scoprirci amati che ci rende capaci di amare: questo è il motore che ha spinto tanti giovani a consacrarsi! l’Amore chiama all’amore! A questa pecorella il pastore non da un’erbetta qualsiasi, ma la vita eterna; eh sì, vale la pena seguire questo amorevole pastore, il solo capace di condurci con amore oltre i nostri limiti, oltre il baratro della nostra incapacità di amare, del peccato, persino della morte… Infine, nella mani di questo pastore la pecorella è al sicuro, non deve temere nulla: né il male, né la sofferenza, né la morte, né il giudizio; è salva, c’è il pastore a difenderla, può essere finalmente liberata da ogni paura che la schiavizza. Un vecchio detto dice così: “Chi non vuole perdere il sapore delle cose terrene, è meglio che non conosca mai le meraviglie del cielo!”. Chi infatti conosce la bellezza di Dio, non riesce a farne a meno, e tutte le altre strade, viuzze che sembravano dare “emozioni forti”, diventano un nulla in confronto a seguire la voce amorevole di Gesù!”. Impariamo dunque ad ascoltare e seguire Gesù, che non è venuto a togliere, a costringere, ma ci guida a pascoli sani, belli, gioiosi, eterni... la fiducia è l’anima dell’amore!
Il Vangelo della domenica
Il Buon Pastore ed il saper ascoltare
Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa