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Chiesa

Presentata l’esortazione apostolica che raccoglie i frutti dei due sinodi sulla famiglia celebrati nel 2014 e nel 2015. La gioia dell’amore

Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa

«Ribadire con forza non l’“ideale” della famiglia, ma la sua realtà ricca e complessa», per riflettere “sull’amore nella famiglia” insieme con le donne e gli u0mini del nostro tempo. Con questa finalità Papa Francesco ha firmato lo scorso 19 marzo, solennità di San Giuseppe, l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, presentata l’8 aprile nella Sala stampa della Santa Sede. L’attesissimo documento utilizza il linguaggio dell’esperienza per offrire uno sguardo aperto, profondamente positivo, che si nutre non di astrazioni o proiezioni ideali, ma di un’attenzione pastorale alla realtà. Lettura densa di spunti spirituali e di sapienza pratica utile a ogni coppia o a persone che desiderano costruire una famiglia, l’esortazione è suddivisa in nove capitoli e 325 paragrafi, nei quali sono raccolti i risultati dei sinodi sulla famiglia voluti da Papa Francesco e tenuti nel 2014 e nel 2015. Le relazioni conclusive delle due assemblee sono infatti largamente citate, insieme a documenti e insegnamenti dei suoi predecessori e alle numerose catechesi sulla famiglia tenute dallo stesso Pontefice tra il dicembre 2014 e il settembre 2015. E, come già accaduto in altre circostanze, il Papa attinge anche ai contributi di varie conferenze episcopali dei cinque continenti e a citazioni che vanno da Alessandro di Hales a Martin Luther King ed Erich Fromm, dalla poesia latinoamericana contemporanea al cinema, come quando si accenna al film Il pranzo di Babette per spiegare il concetto di gratuità. Particolarmente significativa la premessa di Amoris laetitia, esplicitata nei sette paragrafi introduttivi, che mette in luce la consapevolezza della complessità del tema e l’approfondimento che richiede. In proposito il Papa chiarisce che «non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero». Dunque per alcune questioni «in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali». Infatti, «le culture sono molto diverse tra loro» e ogni principio generale «ha bisogno di essere inculturato, se vuole essere osservato e applicato». Ma soprattutto Francesco invita sin da subito a uscire dalla sterile contrapposizione tra ansia di cambiamento e applicazione pura e semplice di norme astratte. La chiave di lettura del documento è infatti essenzialmente pastorale: non si tratta, dunque, di un elenco freddo di prescrizioni o moniti, ma di un invito all’accoglienza e all’accompagnamento, al coinvolgimento e all’integrazione. «La strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno» afferma in proposito l’esortazione; si tratta piuttosto di «effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero».