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Vita diocesana

Per la prima volta statua San Francesco di Paola in cattedrale

don Roberto Tomaino · 8 anni fa

Evento storico sabato nove aprile per la Chiesa di Lamezia: per la prima volta l’immagine di San Francesco di Paola, venerata nell’omonima chiesa di Sambiase, ha varcato la soglia della Cattedrale, dove il Vescovo Luigi Antonio Cantafora, ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica. Erano presenti tutte le comunità parrocchiali della Vicaria di San Pancrazio, che hanno così avuto modo di effettuare il pellegrinaggio diocesano per il Giubileo (questo di sabato scorso è stato il primo dei pellegrinaggi delle diverse vicarie della Diocesi in Cattedrale) e, quindi, di attraversare, prima della Messa, la Porta Santa del Duomo di Lamezia per lucrare l’indulgenza plenaria alle condizioni stabilite. L’occasione del pellegrinaggio è stata data da due “speciali” ricorrenze: l’Anno Santo della Misericordia e il sesto centenario dalla nascita del santo Paolano. Motivo quest’ultimo, per cui è giunta anche la reliquia del cranio di S. Francesco, che per la prima volta è stata portata fuori dal Santuario di Paola, dopo le celebrazioni del 2007, anno della ricorrenza del V centenario dalla morte del Santo della Charitas. Molti i fedeli della Vicaria di San Pancrazio che con le auto si sono posti al seguito del mezzo che ha trasportato da Sambiase la venerata Immagine di San Francesco fino alla Chiesa del Rosario, dove ad attendere il corteo motorizzato, scortato dalla Polizia municipale e dai Carabinieri, c’erano già tantissimi fedeli della Vicaria, giunti con i pullman. Nella chiesa di Piazza della Repubblica, dopo la recita del Rosario, il Correttore provinciale dell’Ordine dei Minimi, padre Gregorio Colatorti, che ha fatto ingresso con la reliquia del cranio di San Francesco di Paola, ha tenuto una catechesi sul Santo Patrono della Calabria. “Seicento anni dalla nascita di San Francesco – ha detto il padre Provinciale - , significa parlare di un uomo che ha vissuto la Carità. E San Francesco, nel cammino penitenziale che ha fatto, ci dice che la Misericordia di Dio è il suo grande Amore in ogni momento della nostra esistenza. Dio ci ama e ogni giorno è necessario metterci in contatto con Lui. Dio ci aspetta a braccia aperte – ha proseguito Colatorti -, ma rispetta la nostra libertà. Ma accogliere la misericordia di Dio nel proprio cuore, vuole ricordarci che Eterna è la sua misericordia”. Poi padre Gregorio Colatorti ha parlato delle reliquie di San Francesco di Paola, spiegando che il 1562, cioè 55 anni dopo la morte del Santo, avvenuta a Tour -in Francia- il 2 aprile 1507, gli eretici Ugonotti aprirono la tomba del Santo (era già Santo, in quanto proclamato il primo maggio 1519) e, trovandolo intatto, gli diedero fuoco, ma il fuoco si spense; “per cui raccolsero dei crocifissi di legno sparsi per il paese e a quel punto il fuoco prese, il corpo bruciò. San Francesco –ha evidenziato in un parallelismo Colatorti- era morto a 91 anni abbracciando il crocifisso, ed era stato arso con dei crocifissi”. Le ossa sottratte dopo che gli Ugonotti gli diedero fuoco “sono rimaste a Tour fino al 1935, e poi portate a Paola”. Terminata la catechesi sul Santo della Charitas, poco dopo le 17:00 la reliquia e la statua di San Francesco di Paola sono state accompagnate nel Duomo di Lamezia in processione, aperta dagli stendardi parrocchiali, da tutti gli statuari della Vicaria di San Pancrazio (e statuari anche extra Vicaria), dai Padri Minimi e dagli altri sacerdoti; quindi, la reliquia del cranio, sorretta a turno dai religiosi e la statua di San Francesco di Paola, portata a spalla dagli statuari; subito dopo il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro; e, a seguire, il popolo di Dio. Giunti in Cattedrale, un po’di tempo per le confessioni prima di iniziare la Santa Messa, presieduta dal Vescovo, che all’omelia ha ringraziato tutti i sacerdoti della Vicaria e “a voi fedeli che celebrate il Giubileo, un augurio di pace. Il pellegrinaggio che avete compiuto –ha aggiunto il presule- sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi”. Monsignor Cantafora ha poi esortato tutti a vincere le battaglie dell’individualismo, dell’egoismo, dei propri interessi, mirando sempre all’unità e non alla disunione, al fine di costruire una Città volta alla continua ricerca del bene comune. Il presule ha infine rimarcato che è necessario “entrare in un cammino metodico, di ascolto della Parola, quella Parola di cui Francesco di Paola è stato un autentico messaggero, seminando Amore ovunque. Noi crediamo –ha concluso il Vescovo-; e questo è l’Amore che ci salva”. Prima dell’offertorio il Vicario foraneo padre Valerio Di Trapani ha parlato dell’iniziativa circa la realizzazione in diocesi del Villaggio della carità. Discorso ripreso dal Vescovo, prima di impartire la benedizione finale. “Papa Francesco vuole –ha detto Cantafora- che a fine Giubileo della Misericordia rimanga in ogni Diocesi un segno di questo Anno Santo straordinario, attraverso la realizzazione di un’opera sociale”. E a tal fine la Diocesi lametina destinerà il ricavato delle offerte, raccolte nel corso di questi pellegrinaggi diocesani, “per la costruzione del Villaggio della carità, dedicato a monsignor Maiolo, un apostolo della carità”. Al termine della Messa, una fitta pioggerellina, che intanto aveva fatto la sua comparsa dopo una splendida giornata di sole, non ha consentito l’ultimo tratto della processione con l’Immagine del Santo, dalla Cattedrale alla Madonnina; per cui la statua è stata subito ricollocata dentro il mezzo a copertura trasparente e con il corteo di auto ha fatto ritorno a Sambiase, mentre la reliquia del cranio ha fatto rientro al Santuario di Paola.