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Una vita che invita

La grandezza di San Paolo e delle sue lettere

Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa

San Paolo, il più grande missionario di tutti i tempi; non ha conosciuto personalmente Cristo, ma dopo la chiamata sulla via di Damasco diffonde il messaggio evangelico. Nasce verso il 5 d.C. a Tarso in Cilicia, Turchia sud presso la Siria, città dove vivono greci, romani e una colonia giudaica, a cui appartiene il padre commerciante di tendecittadino romano. Come molti ebrei, porta due nomi, uno ebraico Saul, “implorato a Dio” e l’altro latino, Paulus che forse allude alla sua bassa statura. Studia a Gerusalemme e conosce i cristianiche considera setta pericolosa da estirpare; secondo gli “Atti degli Apostoli”, torna a Gerusalemme dopo la Passione di Cristo ed è presente al martirio del diacono Stefano; pur non partecipando alla lapidazione ne approva la sua uccisione. Negli “Atti degli Apostoli”, Saul è descritto come accanito persecutore dei cristiani; con il consenso del Sinedrio liinsegue fino a Damasco. Sulla strada il Signore si rivela a lui; “Saul, Saul, perché mi perseguiti.Io sono Gesù che tu perseguiti. Alzati ed entra in città e ti sarà detto ciò che devi fare” (Atti 9, 3-7). Dopo tre giorni si presenta il capo dei cristianiAnaniache impone le mani lo guarisce e lo battezza; Saul rimane qualche giorno a Damasco, si presenta nella Sinagoga e testimonia l’accaduto. Poi si ritira nel deserto e trascorre tre anni in raccoglimento. Ritorna a Damasco e predica con entusiasmo, suscitando l’ira dei pagani, che lo considerano un rinnegato e tentano di ucciderlo; Paolo fuggea Gerusalemme incontra Pietro e Giacomo, ai quali espone la sua nuova vita e loro gli parlano di Gesù. Assieme a Barnaba parte per Cipro e Antiochiadove trova la comunità in agitazione per la discussione sul battesimo cristiano che senza la circoncisione ebraica non servirebbe a nulla; Paolo e Barnaba per chiarire l’argomento vanno a Gerusalemme per parlare con Pietro che resta a favore della circoncisione mentre Paolomanifesta la non obbligatorietà. Alla fine Giacomo mette pace : non imporre ai convertiti dal paganesimo la legge mosaica, che rimane facoltativa per gli ex ebrei.Paolo parte con Barnaba per il secondo viaggio in Asia Minore.Va a Tessalonica ed Atene e dopo una sosta a Corinto, ritorna ad Antiochia.Nel 53 inizia il terzo viaggio verso Efeso; dopo aver affidato la comunità al discepolo Timoteo va in Macedonia, Corinto e Cesarea dove il profeta Agabo gli predice l’arresto e la prigione; da lì arriva a Gerusalemme.Viene consegnato al centurione Giulio per essere trasferito a Roma; il viaggiosi interrompe a Malta per un naufragio;quindi prosegue per Siracusa, Reggio Calabria, Pozzuoli, arrivando nel 61 a Roma.Nel 67 il tribunale romano, unico a poterlo giudicare, lo condanna a morte perché cristiano; è decapitato il 29 giugno 67 e non crocifisso perchè cittadino romano; l’esecuzione ha luogo alle Tre Fontane e il corpo viene sepolto dai cristiani sulla via Ostiense, dove sorgeora la Basilica di San Paolo. La Chiesa celebra la festa dei Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma, il 29 giugno e li ritiene ‘fondatori’di Roma Cristiana. Le sue 14 lettere costituiscono i cardini dottrinali della Chiesa; indirizzate alle comunità di cristiani dell’epoca (Filippesi, Colossesi, Galati, Corinzi, Romani, Ebrei, Tessalonicesi, Efesini),o a singoli discepoli (Tito, Timoteo, Filemone); in esse Paolo annunzia il Vangelo: “Io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo”. Nelle lettere tratta di fede, battesimo, peccato, umanità, Spirito Santo, conversione,scandalo, matrimonio, celebrazione dell’Eucaristia, carismi, amore cristiano, risurrezione dei morti, tribolazioni e speranze degli Apostoli, Incarnazione, Cristo e la Chiesa, umiltà di Cristo, impegno per la salvezza etc. Una sintesi fa molto riflettere: “Fratelli, per me il vivere è Cristo e il morire è un guadagno. Quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le ho considerate come spazzatura. “San Paolo afferma un cambiamento drastico nella sua vita. “ Io fratelli, sono stato crocefisso con Cristo e non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me”. Incredibile ciò che scrive il grande Apostolo :“Quelle cose che occhio non vide nè orecchio udì, nè entrarono mai in cuore di uomo,ha preparato Dio per coloro che lo amano. Il Signore sa che i disegni dei Sapienti sono vani, perchè del Signore è la terra e tutto quanto essa contiene. Noi non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore e siamo vostri servitori per amore di Gesù. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perchè appaia che la potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non siamo schiacciati; siamo sconvolti ma non siamo disperati; perseguitati ma non abbandonati; colpiti ma non uccisi, portando sempre ed ovunque nel nostro corpo la morte di Gesù”…per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno“ (2 Corinzi 4.16). Quanto amore verso il Signore nelle parole di Paolo. “Il corpo si va disfacendo con l’età ma lo spirito si rinnova con il passare dei giorni”, un grande inno alla saggezza. Che grande ispirazione e dedizione alla Carità si evince dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi (13,1-13): “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna…la carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine…quand'ero bambino parlavo, pensavo, ragionavo da bambino, divenuto uomo ciò che era da bambino l'ho abbandonato…queste dunque le tre cose che rimando : la fede, la speranza, la carità; ma di tutte queste cose la più grande è la carità”. Che insegnamento di Paolo sulla carità. Scrive poi ai Filippesi: “corro per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo, non ritengo ancora di esservi giunto: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù. “Correre verso il premio finale è la linea di Paolo che scrivendo a Timoneo lascia un motto al mondo: ”Quanto a me… è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Mi resta la corona di giustizia che il Signoremi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma a coloro che attendono con amore la sua manifestazione” (Timoteo 2.4.6.8). Moltissimi Santi sono ispirati da San Paolo nella voglia di Evangelizzare con passione e dedizione. Questi hanno trasmesso il testimone agli evangelizzatori di oggi sia laici che consacrati affinchè facciano la loro parte.