Grande attesa, dunque, nel mondo intero per l’incontro a Cuba tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill. Un incontro storico tra i primati della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa russa, che apre nuove speranze sulla via dell’ecumenismo per l’unità dei cristiani. Roberta Gisotti ha intervistato padre Giorgio Arletti, rettore della Chiesa ortodossa di Tutti i Santi a Modena:
R. – Le attese evidentemente sono molte. Il primo aspetto da mettere in risalto è la sorpresa che ha colpito un po’tutti, in quanto molti si aspettavano una visita di Francesco in Russia o viceversa di Kirill a Roma. A me sembra che i punti principali siano questi; primo: è che la Chiesa russa ha avuto, nel 1989, una liberazione paragonabile a quella dell’epoca di Costantino. Secondo: è la ricostruzione fisica di tante chiese, edifici, monasteri che c’è stata in Russia; non so se torneremo ai 1.000 monasteri di prima del 1917 o alle 110 mila chiese, ma comunque un grosso lavoro è stato fatto. Terzo: - ed è questo a mio parere il punto centrale – la Chiesa russa del Patriarcato si è riconciliata dopo tanti anni con la Chiesa russa ‘libera’, ‘bianca’o ‘monarchica’, che dir si voglia. Alcuni anni fa il Patriarca defunto, Alessio, si riconciliò con il capo di quella Chiesa. Però, la condicio sine qua non che fu posta per quell’unione, è che il Patriarcato rinunciasse all’ecumenismo. Ed è per questo che, sia con l’ultimo Alessio sia con Kirill nei primi anni di governo, l’ecumenismo si è un po’"raffreddato". E poi, non dimentichiamo che la questione ucraina rimane sempre aperta.
D. – Padre Arletti, sappiamo che questo incontro è maturato durante due anni di preparazione: quindi un lavoro laborioso. Quali sono i nodi che sono stati sciolti e quali sono gli aspetti che hanno unito, motivato, cattolici e ortodossi russi per arrivare al traguardo?
R. – Veri nodi non sono stati sostanzialmente sciolti, perché la questione greco-cattolica in Ucraina rimane, la questione dell’ecumenismo è dibattuta all’interno delle Chiese ortodosse: c’è chi lo vuole e chi no. Io però faccio osservare solo questo, perché è un dato oggettivo che nessuno può contestare: in Italia sono state date più di 50 chiese cattoliche non più utilizzate al Patriarcato di Mosca. E a me questo sembra un bel segno di ecumenismo. Addirittura i romeni hanno avuto più di 150, forse 200 chiese, anche loro. Questa cosa è del tutto nuova.
D. – Kirill, per la prima volta da Patriarca, sarà in visita ufficiale in America Latina. Quale importanza riveste questo viaggio per la Chiesa ortodossa russa?
R. – Quando Sua Santità era Metropolita per gli Affari esteri del Patriarcato credo che lui sia già andato a Cuba per consacrare una chiesa nel Paese. Ne stanno consacrando tantissime di chiese russe all’estero: addirittura ora a Dubai. Perché i russi si stanno spargendo un po’in tutto il mondo, di nuovo. Quindi si sblocca quel nodo gordiano, che era rimasto così avvoltolato dai tempi del Patriarca Alessio.
D. – Padre Arletti, comunque una tribuna importante questo incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill, che avrà sicuramente ripercussioni importanti: vedere il cristianesimo che sa ritrovarsi, quindi rafforzare la sua immagine…
R. – C’è chi vede il Patriarca di Costantinopoli come il cosiddetto ‘Papa degli ortodossi’; altri invece vedono Kirill come tale. In realtà, nessuno dei due lo è. Bartolomeo è solo il coordinatore, il primus inter pares, che coordina gli altri patriarchi; ma il Patriarcato di Mosca è indubbiamente quello più numeroso, e quindi ha delle folle, tanti vescovi, tanti preti. E soprattutto, un suo ‘no’o un suo ‘sì’può determinare lo sbilanciamento della Chiesa ortodossa da una parte o dall’altra. Siamo a pochi mesi dal Sinodo panortodosso di Creta, che potrebbe – forse – risolvere alcuni problemi interni dell’ortodossia, non ultimo quello dei rapporti con la Chiesa di Roma.
(Da Radio Vaticana)
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P. Arletti: incontro tra Francesco e Kirill rilancia l'ecumenismo
Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa