La seconda enciclica di papa Francesco scritta nel suo terzo anno di pontificato, benché porti la data del 24 maggio 2015, il testo è stato reso pubblico solo il 18 giugno successivo.
L'argomento principale trattato è il rispetto dell'ambiente, proprio per questo si chiama Laudato si', frase ripetuta spesso da San Francesco nel Cantico delle creature, che loda il Signore per le sue meravigliose creature.
Il cardinale Peter Turkson, che ha lavorato col Papa nel progetto, ci tiene a precisare che questa è un'enciclica pastorale e che non si basa sull'ambiente come materia scientifica.
Nell'introduzione, il papa ricorda l'insegnamento dei suoi predecessori (Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI) sulla questione del rapporto dell'umanità con la creazione, richiama gli interventi in materia del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, e la figura di san Francesco di Assisi. Il pontefice conclude questa introduzione con un appello personale per la "ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale", sottolineando che «...abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti».
Papa Francesco indica che la crisi ecologica è «...una conseguenza drammatica dell'attività incontrollata dell'essere umano» e che «...attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione». Indica l'«...urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell'umanità», perché, ha detto, senza un «...autentico progresso sociale e morale...» la crescita economica e il progresso tecnologico più prodigioso possono ripercuotersi contro l'uomo. Per questi motivi, il papa richiama l'uomo ad una "conversione ecologica globale", ad "un'autentica ecologia umana", ad «...un'ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità», a «...eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell'economia mondiale e di correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell'ambiente».
L'introduzione termina con un forte invito a tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti: «Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode»; «...tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità».
La creazione è il momento in cui il Signore offre la natura a noi uomini, e ci chiede di collaborare con lui. La creazione è un atto continuo (Cit. Professore Flavio Felice, Docente Ordinario di “Dottrine Economiche e Politiche” – Pontificia Università Lateranense).
Il peccato è un’azione che vanifica la creazione. Se l’uomo inquina ad esempio il mare vanifica l’opera di creazione di Dio. L’uomo è il custode dell’opera del creato (è una risorsa) di Dio.
Chiesa
“LETTERA ENCICLICA, LAUDATO SI’DEL SANTO PADRE FRANCESCO SULLA CURA DELLA CASA COMUNE, CAPITOLO PRIMO: QUELLO CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA”
Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa