L’Italia sta vivendo in questi giorni non un semplice scandalo, non un piccolo seppur riprovevole fenomeno di corruzione, in quanto ad esserne colpita è la Capitale, quella che dovrebbe essere simbolo di giustizia, esempio per le altre città italiane, fotografia dell’Italia nel mondo. E a Roma risuonano in prima battuta le parole di sempre, che abbiamo imparato ad ascoltare da Papa Francesco: «La corruzione è cancro che uccide la società, un peccato grave». Il 20 ottobre è cominciato a Roma il primo procedimento legato all’inchiesta “Mondo di mezzo”, nella quale sono state indagate 59 persone, una rete fitta e intricata di usura e corruzione che ha coinvolto imprenditori e politici racchiudendo tutto nelle parole “mafia capitale”. Un cancro, come lo ha chiamato il Papa, che ha colpito l’Italia, proprio nel suo centro, la capitale. Il comune di Roma si è costituito parte civile nel processo. Il procedimento vede imputate 40 persone tra cui Giovanni Fiscon, ex amministratore delegato di Ama (l’azienda romana per lo smaltimento dei rifiuti): andranno tutti a processo il prossimo 5 novembre, le accuse per loro sono di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e altri reati. Papa Jorge Mario Bergoglioha voluto, questa volta, usare l’account di Twitter, @Pontifex: «La corruzione è un cancro che distrugge la società». Il Papa si è sempre posto contro ogni forma di corruzione nel corso del suo pontificato, per sottolineare che il fenomeno della corruzione, non solo è presente a più livelli e in diverse forme, ma va a colpire sempre i più deboli, i più poveri, togliendo loro appunto come un cancro, attimi di vita, giorno dopo giorno.Questa volta sono state le persone elette a vario titolo per difendere e aiutare i cittadini, a tradire la loro fiducia, impoverendo proprio la povera gente, togliendo loro invece di dare per aiutarli. Il cancro della società di cui parla, la corruzione, investe politici, amministratori, imprenditori ma anche gli ecclesiastici che trascurano «il loro dovere pastorale di difendere le ragioni dei poveri» e i cittadini che lasciano che tutto scorra senza muoversi affinché ci sia un cambio di rotta, senza neppure provare. Un Papa che ama la chiarezza, quindi, le parole semplici, per arrivare a tutti, affinché il suo messaggio di denuncia, possa aprire le menti e i cuori di tutti. Al centro quindi l’etica in campo pubblico e amministrativo, per arrivare a un risveglio culturale così da riscoprire che l’obiettivo dell’uomo è raggiungere il bene comune. Il messaggio del Papa è rivolto a tutti, non solo ai diretti interessati ai processi, ma anche a chi col silenzio o le omissioni di fatto fa continuare a crescere il fenomeno. Le sue parole sono rivolte a tutti: «non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata».
Chiesa
Il Papa contro la corruzione: «è un cancro che distrugge la società»
Paolo Emanuele · 9 anni fa