DARE DA MANGIARE AGLI AFFAMATI
Scrive il Papa nella Bolla di indizione dell’Anno Santo della misericordia al num.13: “Vogliamo vivere questo anno giubilare alla luce della Parola del Signore Gesù, con il vivo desiderio di essere
Con la stessa fede con cui trattiamo Gesù nell’Eucaristia, dobbiamo trattare Gesù nei poveri affamati, nei malati, negli stranieri: coerenti a questo principio ad esempio, le antiche Confraternite medioevali costruivano gli ospedali accanto alla basiliche, belli e sontuosi come le Cattedrali, tanto che li denominavano: “ Hotel Dieu”, come oggi se ne può ancora ammirare uno accanto a Notre Dame de Paris. Inoltre se ci riflettiamo, dare da mangiare agli affamati, è la prima opera di misericordia corporale, che in qualche modo condiziona la fattibilità di tutte le altre: chi non ha cibo soffre il massimo della povertà, dalla denutrizione alla morte. Non dimenticando quanto già accennato sopra, che nell’affamato è lo stesso Gesù che stende la Sua mano, una verità ribadita con forza da San Cesario, Vescovo di Arles: “ Dio su questa terra ha fame nella persona di tutti i poveri…Quando un povero ha fame, è Cristo che ha fame. Non disprezzare dunque la miseria dei poveri, se vuoi sperare con sicurezza il perdono dei peccati. Cristo, fratelli, ha fame, Egli si degna di aver fame in tutti i poveri; quello che riceve sulla terra, lo restituisce in cielo”. La vecchia canzone che sembrava destinata a rallegrare i bambini, è invece un piacevole ma anche severo invito rivolto a noi adulti, sollecitandoci ad aprire non solo la porta di casa ma anche quella del cuore, per accogliere a tavola un povero o un ospite di passaggio:” aggiungi un posto a tavola, che c’è un amico in più, se sposti un po’la seggiola stai comodo anche tu, sorridi al nuovo ospite non farlo andare via, dividi il companatico, raddoppia l’allegria, la porta è sempre aperta, il fuoco sempre vivo, la mano sempre tesa...” Come possiamo tutti notare, non è una canzone rivolta ai bambini ma a noi adulti; è un modo di vivere con coerenza la nostra fede: Eucaristia e Carità. Quanti di noi sacerdoti, religiosi e religiose, laici credenti impegnati, riusciremo a compiere questo semplicissimo gesto che nella realtà dei fatti sembra quasi un piccolo miracolo? Mi ricordo con molta nostalgia che mia mamma con sette figli, da semplice terziaria francescana, questo bellissimo gesto l’ha compiuto molte volte.
Padre Rosario Messina
Vita diocesana
DARE DA MANGIARE AGLI AFFAMATI
Paolo Emanuele · 9 anni fa