Omelia Veglia Pasquale
Cattedrale, 5 aprile 2015
Veglia Pasquale, Madre di tutte le Veglie. “Perché vegliamo in questa notte?”. E’stata la domanda che si è posto e ha posto a tutti i fedeli S.E.R. Mons. Cantafora nell’omelia della Liturgia Vigilare. Di seguito il testo completo
Carissimi, perché vegliamo in questa notte? Attraverso questa ricca liturgia della Parola noi abbiamo attraversato quattro notti: quella della creazione, del sacrificio di Isacco (il figlio della promessa), l’uscita dall’Egitto con il passaggio attraverso il mar Rosso e quella escatologica, attraverso i testi profetici. Nella notte dei tempi attendiamo ancora il ritorno di Cristo. Tutto ciò era già significato al tempo di Gesù attraverso il rituale della cena con il sacrificio dell’agnello e il pane azzimo. Gli Ebrei celebravano così il passaggio di Dio nella storia della salvezza. Ma non possiamo fermarci qui. Noi non vegliamo per commemorare la storia della salvezza come si commemora un anniversario importante. Siamo qui per celebrare e vivere la vittoria di Cristo sulla morte. Nella notte, luogo di morte, noi celebriamo la vita che non muore più. Per noi «la Pasqua è Cristo!» (Giustino e Melitone). Infatti S. Paolo dirà: «Cristo nostra Pasqua è stato immolato» (1 Cor 5,7). «Cristo non è un morto, è risorto, è il Vivente. Non è semplicemente tornato in vita, ma è la vita stessa, perché è il Figlio di Dio, che è il Vivente» (Papa Francesco). Perciò in Lui possiamo camminare in una vita nuova fino all’incontro definitivo che è la vita stessa con Lui. Credere in Cristo Risorto significa rinascere a un’umanità nuova, riconoscere che la sua resurrezione è per l’uomo, per ogni uomo e donna, per me e per te! Perciò la resurrezione è la novità di Dio per noi: è la vittoria quotidiana e decisiva sul peccato e su tutto ciò che opprime la vita, è la vittoria sul male e sulla morte, su tutto ciò che ci rende meno umani. «L’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con Cristo…e se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con Lui, sapendo che Cristo risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui» (Rm 6,6.8-9). Carissimi, fra poco confesseremo la nostra fede e alcuni fratelli riceveranno il battesimo in questa notte gloriosa. Camminate in una vita nuova! Se Gesù ha celebrato la sua Pasqua con il passaggio da questo mondo al Padre, anche noi celebriamo la vita nuova rinunciando alle opere del male e riprendendo la strada del bene. Egli è morto per i nostri peccati ed è risorto per la nostra giustificazione. Cioè: ci ha resi giusti! Ci pensiamo? Allora nella passione e resurrezione del Signore è consacrato il nostro passaggio dalla morte alla vita. Occorre un passaggio. Sempre. Questi nostri fratelli oggi lo compiono per la prima volta, ma anche noi rinnoviamo la nostra Pasqua. «Pasqua è passare a ciò che non passa!» (R. Cantalamessa). Per questo stiamo svegli in questa notte, perché attendiamo il giorno che non muore. Ci conceda il Signore risorto di compiere anche noi questo “santo passaggio” dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, da una vita spenta a una vita luminosa. E al termine di questo viaggio incontreremo Lui il Vivente e contemplando il suo volto ci sazieremo per sempre della sua Presenza! Amen.
La parola del Vescovo
Perché vegliamo in questa notte?
Paolo Emanuele · 10 anni fa