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La parola del Vescovo

Omelia Solennità della Madre di Dio

redazione · 13 anni fa

L'omelia di S.E. mons. Luigi A. Cantafora nella Solennità della Madre di Dio e giornata internazionale della Pace Cattedrale, 1 gennaio 2012, ore 18,30 1. «Maria da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore». Buon anno a tutti, carissimi! In questo primo giorno dell’anno solarela Chiesaci invita a porre lo sguardo su Maria,la Madredi Dio e insieme a riflettere sul dono della pace.

Poiché Lui, il Signore Gesù, è la nostra pace, è opportuno guardare oggi a Colei che ci ha donato l’autore della pace, Gesù Cristo.

Noi onoriamola Madredi Dio perché è una creatura come noi che si è lasciata riempire dalla grazia.

Guardando lei noi capiamo quali straordinarie capacità di accoglienza Dio abbia dato all’uomo. Maria è la donna che ha saputo, più di qualunque altra creatura, offrire tutta se stessa a Dio.

è diventata così il tabernacolo, il grembo accogliente di Dio,la Madredi tutta l’umanità redenta!

2. La Madredi Dio è un modello per tutti, uomini e donne, che vogliono aprirsi alla verità, alla pace, a Dio. In lei è condensata la pienezza dell’umano che si realizza nella recettività pura e semplice!

L’uomo tenta in modo spasmodico e affannato, di procedere nella vita con un’autonomia arbitraria, perché autoreferenziale, ponendosi al di sopra di tutto, allontanandosi da Dio e quindi dal suo centro.

Maria invece si presenta a noi come la creatura pienamente realizzata, perché capace di accoglienza, di ascolto, perché interamente donata, aperta al suo Signore.

Il relativismo oggi imperante, «non riconoscendo nulla come definitivo, lascia come ultima misura solo il proprio io con le sue voglie, e sotto l’apparenza della libertà diventa per ciascuno una prigione, perché separa l’uno dall’altro, riducendo ciascuno a ritrovarsi chiuso dentro il proprio “io”» (Benedetto XVI).

Al contrario, volgendoci versola Vergine Mariacapiamo come impostare la vita in totale obbedienza e libertà.

Maria non è la figura passiva che accetta tutto abbassando la testa o che si adegua al comportamento dei più.

Al contrario, è straordinariamente attiva: accoglie, acconsente, domanda, medita. è la donna dell’interiorità. Ci dice il Vangelo che «serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore». Quali sono “le cose” che Maria medita?

Sono i fatti e le parole che ha visto e ascoltato, la nascita di suo Figlio, la visita dei pastori, quell’atmosfera di luce in piena notte! Il meditare di Maria è l’atteggiamento fiducioso di chi attende; la sua maternità divina è la luce che brilla, è la vittoria della vita sulla morte. Questo ci è già annunciato a Natale!

3. Il dono della maternità, accolto, fa di Maria una donna libera.

Dona la vita accogliendo in sé l’autore della vita!

La vita di Maria e Giuseppe è cambiata, sconvolta dalla nascita di questo figlio che essi sono chiamati a custodire e far crescere, ma in essi c’è l’assunzione piena della responsabilità. Non si sottraggono a questo dono e lo vivono con libertà.

Noi pensiamo alla libertà come a un’ideologia, come a un essere sganciati da legami, condizionamenti di pensiero, ma non è così.La Madredi Dio, in particolare, è la donna libera perché profondamente donata.

Maria non concepisce la vita come una ricerca della propria realizzazione, (come usiamo dire oggi); una ricerca che ci sfianca, ci consuma, lasciandoci spesso delusi; il suo bene è compiacere qualcun Altro, Dio.

C’è un ribaltamento di prospettiva: dal volere un Dio per me, a mia misura, per condizionarlo ai miei progetti, Maria ci insegna ad offrire il nostro io a Dio e agli altri. Questa è la via della felicità e della pace. La realizzazione di ciascuno non consiste nell’ottenere ciò a cui aspiriamo, ma nell’offrire ciò che siamo.

è la disponibilità al servizio, al dono, al metterci in gioco, che fa di noi persone felici e “pacifiche”.

4. In questa Giornata Mondiale della Pace dobbiamo dire che non c’è pace senza questo radicale impegno del cuore.

La pace infatti è un dono, ma bisogna anche costruirla fattivamente e reagire con responsabilità a tutto ciò che la vuole soffocare o reprimere.

La via della pace non si costruisce con le contrapposizioni o facendo valere chi è il più forte.

La via della pace è la via della solidarietà, della comprensione, del tessere i fili, non di romperli, del costruire paziente e benevolo, non dell’invidia, della rivalsa o dell’egoismo.

La via della pace è la via della tenacia operosa che non demorde neanche davanti alle ostilità e alle incomprensioni.

La via della pace è la via dell’amore che sa spendersi e donarsi fino alla consumazione.

5. Per questo il Santo Padre, nel suo messaggio per questa giornata della Pace, rivolgendosi ai giovani, dice loro:

«Non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che è il nostro creatore, il garante della nostra libertà, il garante di ciò che è buono e vero. Dio è la misura di ciò che è giusto e, allo stesso tempo è l’amore eterno. E che cosa mai potrebbe salvarci se non l’amore?». Queste parole sono anche per noi.

Ritroviamo la sorgente, il senso del nostro vivere, ritroviamo Dio, senza cedere a comportamenti inadeguati perché immaturi e ritroveremo la pace.

5. La figura materna di Maria oggi è per noi il segno della pace. Invochiamola, mettiamoci sotto la sua protezione, come recita un’antica preghiera mariana, e chiediamo con fiducia che sia lei a custodire in questo nuovo anno la nostra città, le nostre famiglie.

Chiediamo al Signore che volga il suo sguardo su di noi e ci conceda la sua pace. Preghiamo anche per tutti coloro che soffrono, per le madri che si trovano in varie difficoltà.

Che il Signore allarghi il nostro cuore, lo renda capace di accoglienza vera per tutti. Così sia.