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La parola del Vescovo

Giovani con teste ben fatte, non ben piene!

Cesare Natale Cesareo · 10 anni fa

Giovani con teste ben fatte, non ben piene!

Si è tenuto presso il Liceo Scientifico Galileo Galilei di Lamezia Terme un incontro dibattito tra i giovani studenti e il già ministro per gli affari regionali Dott.ssa Mariacarmela Lanzetta. All’incontro era presente il Vescovo che ha tenuto il discorso riportato di seguito.

Carissimi è davvero un piacere ritrovarmi con voi. Saluto la dott.ssa Lanzetta, già Ministro e soprattutto figlia orgogliosa di questa terra il Signor Sindaco, il Presidente della Provincia, l’onorevole Doris Lo Moro. La Signora Dirigente del Liceo, i professori e particolarmente voi cari giovani e studenti. Quale futuro per i giovani? Mi verrebbe da dire che risposta dobbiamo dare? C’è un punto di partenza secondo me. La storia non è un luogo dove Dio lascia sola l’umanità, ma è il luogo dove Dio si manifesta e continua ad agire attraverso l’uomo. Nella visione cristiana della storia, ognuno di noi, dunque, è chiamato a dare il suo contributo e può scrivere una pagina di speranza per il cammino dell’umanità e per le generazioni future. Un cammino serio e proficuo non può compiersi se non insieme per osare il futuro nell’Italia di oggi. Per questo non serve la retorica dei rimpianti e di chi crede che i giovani di oggi siano privi di speranze e opportunità a dettare l’agenda del nostro Paese. Certo “il futuro è dei giovani” è uno slogan ripetuto ad oltranza. Ma, preferisco dire che il presente deve essere dei giovani, non il futuro. E l’Italia paga caramente la scarsa fiducia nelle giovani generazioni che purtroppo decidono di emigrare. Come Vescovo non dispongo di soluzioni tecniche, ma tre riflessioni vorrei proporle per aiutare il confronto e il dibattito. La prima riguarda la formazione, la seconda il lavoro, la terza il cuore dei giovani. In riferimento alla formazione, mi verrebbe da dire: il futuro non ha bisogno di “teste piene”, ma di “teste ben fatte”. Mi spiego. Serve una scuola, una formazione che non si limiti a offrire contenuti. Serve una scuola all’altezza dei sogni dei nostri giovani, dove la proposta formativa deve trovare un necessario collegamento con il mondo del lavoro e la società. Infatti non dimentichiamo che la scuola è il luogo in cui ogni giovane può compiere le prime esperienze di convivenza civile e di cittadinanza. Per il lavoro invece vorrei ricordare che serve un lavoro che sia espressione di un progetto di vita. Per questo occorre innanzitutto formare i giovani a una “cultura del lavoro” in cui centrali siano rigore, onestà, competenza, applicazione. Il lavoro oggi appare come una grazia ricevuta, invece esso è lo strumento necessario per dare dignità alla propria vita.Quale futuro può avere un giovane al sud? è un futuro che avrà in mano se avrà già in mano il presente. E come si ha in mano il presente? Tenendo stretta una passione scolastica viva, una partecipazione attiva alla cittadinanza, una educazione al lavoro non staccato ma dal progetto di vita, ma come sua espressione. Infine arriviamo al cuore dei giovani. I giovani amano la libertà e in verità sono più liberi di noi adulti. Non hanno ancora interessi, per così dire, “ideologici”. Non sono invischiati in tante logiche di parte, per questo motivo sono più aperti e desiderosi di una società giusta e fondata sul bene comune. Ancora i giovani vogliono crederci che il bene comune è la strada per un futuro all’altezza delle loro aspettative. Grazie Signora Preside dell’invito, a voi tutti per l’ascolto. Noi come Chiesa cerchiamo di spingerci sempre dove possiamo pur di contribuire alla crescita e alla felicità dei giovani. Oggi celebriamo San Giovanni Bosco, patrono della gioventù, la cui vita è stata per i giovani e con i giovani. Noi vorremmo dire che anche la Chiesa di Lamezia è con i giovani e per i giovani.Grazie!