Domenica 18 gennaio nella Chiesa di S. Maria Goretti, il Vescovo ha celebrato la Giornata Mondiale dei Migranti, di fronte a un nutrito gruppo di immigrati cristiani provenienti dal Mediooriente, dall�Africa, dalla Polonia, dall�America Latina e dall�Asia. Di seguito le parole del Vescovo.
Ecco l�Agnello di Dio� E i due discepoli seguirono Ges��.
Carissimi, celebriamo la seconda domenica del tempo ordinario e la liturgia ci presenta ancora la figura del Battista nell�atto di indicare Ges�, l�agnello di Dio. Il Battista, figura carismatica, era seguito da un gruppo di discepoli. Il suo annuncio era proteso a preparare la via al vero Rabb�, a Ges� che viene indicato come �agnello di Dio�. Giovanni Battista � l�uomo della gratuit�: spende tutta la sua vita per preparare la via a Ges�. Questo ministero ci fa cogliere in lui l�uomo del dialogo e dell�incontro: austero nella vita, forte nella predicazione, pronto a dedicare tutta la sua esistenza per far conoscere Ges�, l�atteso delle genti. Il Vangelo di Luca racconta che tanti andavano da Giovanni per ascoltare la sua predicazione e farsi battezzare in vista del perdono dei peccati. Giovanni � fermo, autorevole nella verit� che proclama e allo stesso tempo mite nell�accogliere la presenza di un Altro: Ges�. Giovanni arretra, diminuisce e Ges� avanza. L�obiettivo si sposta cos� verso Ges� che educa i suoi primi discepoli: �Maestro, dove abiti? Venite e vedrete!�. Non possiamo seguire Ges� senza un atto di fiducia, di fede. Dove abita il Signore? La risposta non � semplice, perch� potremmo dire in modo sbrigativo che Dio abita nel tempio. Ma basta questo? Dio abita dove c�� un uomo o una donna disposti a seguire Lui, la sua parola, la sua missione. Dio abita dove c�� la pace e non la divisione, dove c�� la concordia e non la discordia.
L'autentica adorazione di Dio porta non alla discriminazione, all'odio e alla violenza, ma al rispetto per la sacralit� della vita, al rispetto per la dignit� e la libert� degli altri e all'amorevole impegno per il benessere di tutti�, ha detto Papa Francesco nello Sri Lanka. Oggi celebriamo la giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. Le parole del papa risuonano fortemente nei nostri cuori, disorientati, attraversati da tante domande e perch�. L�ondata di violenza che continua a scatenarsi nel mondo ci lascia attoniti ed � richiesto a noi credenti un atteggiamento nuovo, �materno�. �Chiesa senza frontiere, Madre di tutti�, questo lo slogan scelto per questa giornata. La chiesa � veramente Madre quando accoglie tutti come figli, ma anche quando presenta la verit�. Una madre � tale non solo perch� accoglie e ama, ma perch� amando educa i suoi figli al vero e al bene.
Davanti al diffuso e crescente fenomeno dell�immigrazione, dovuto a tante cause, noi �sebbene impotenti - non possiamo, per�, restare indifferenti, spettatori passivi. Lamezia � la citt� pi� multietnica della nostra Regione; nella sua povert� � terra di transito, ma anche terra accogliente dove, tra poveri ci si pu� aiutare a vivere nel rispetto di ciascuno, delle differenze culturali e religiose. Cito per questo ancora Papa Francesco: �Per vivere in armonia con i loro fratelli e sorelle, gli uomini e le donne non devono dimenticare la propria identit�, sia essa etnica o religiosa� perch�, anche se il �dialogo far� risaltare quanto siano diverse le nostre credenze, tradizioni e pratiche�, questo non far� che incrementare la consapevolezza di �quanto abbiamo in comune�.La Chiesa, che � maestra di vita sa bene quanto sia difficile questo dialogo, questo rispetto delle differenze. Tant�� vero che subito dopo Natale, l�incanto del presepe viene subito spezzato con la storia del martirio di Stefano. Il prezzo del martirio � il prezzo della fraternit� che viene riconquistata non rispondendo al sangue, versato a causa della violenza, col sangue, ma con l�offerta di cristiani, credenti che, giorno dopo giorno, imparano a vivere, con-vivere, apprezzare l�altro, semplicemente perch� � fratello. �Le guerre, le ostilit�, l�intolleranza, nascono dall�incapacit� di riconciliare le diversit� e le discordie, antiche o nuove che siano. Questo ha fatto sorgere tensioni etniche e religiose, accompagnate frequentemente da esplosioni di violenza�, ha detto ancora Papa Francesco nel viaggio ancora in corso (Sri Lanka). La sfida di ogni tempo e quindi anche di questa fase storica sar� dunque quella di formare coscienze in grado di comprendere sempre la sacralit� della vita. Il lavoro paziente da compiere � di tipo educativo e chiede di far entrare nel cuore di tutti e in particolare delle nuove generazioni, il senso della giustizia e il rispetto della dignit� della persona umana in quanto tale. Imparare a rispettare le idee altrui, a combattere col diritto le parole irriverenti, a non cedere all�uso della violenza, sono percorsi da intraprendere e mai conquistati del tutto. Evidentemente i conflitti mondiali del �900 non sono bastati per spiegare che la violenza � sempre via miope, cieca e senza sbocco per l�avvenire. Solo il coraggio della fede, della speranza e della carit� permette di ridurre le distanze che separano dai drammi umani, ha ricordato ancora il Santo Padre nel suo messaggio per questa giornata. Dove abita Dio? Ci chiedevamo all�inizio di questa omelia. Dio abita negli operatori di pace. Tutti siamo chiamati ad essere e diventare operatori di pace. Occorre passare �da un atteggiamento di difesa e paura, di disinteresse o di emarginazione� ad un atteggiamento che abbia alla base la cultura dell�incontro�.�Venite e vedrete!� Allora gli uomini riconosceranno che qui, in mezzo a noi, abita Dio. Amen
La parola del Vescovo
Chiesa senza frontiere
Paolo Emanuele · 10 anni fa