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Chiesa

Le parole sagge di: Papa Francesco e del giornalista Delfeil de Ton sull’attentato al giornale di Charlie Hebdo

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Le parole sagge di: Papa Francesco e del giornalista Delfeil de Ton

sull’attentato al giornale di Charlie Hebdo

"è una aberrazione uccidere in nome di Dio" ma "non si può insultare la fede degli altri". Con queste parole, pronunciate a bordo dell’aereo diretto nelle Filippine e riferite da Radio Vaticana, Papa Francesco interviene sull’azione dei terroristi islamici a Parigi contro Charlie Hebdo. "Non si può prendere in giro la fede", avverte il Papa. "C’è un limite, quello della dignità di ogni religione". Per Bergoglio, sia la libertà di espressione che quello di una fede a non essere ridicolizzata "sono due diritti umani fondamentali". Alla domanda di un cronista francese che gli chiedeva "fino a che punto si può andare con la libertà di espressione", il Pontefice ha chiarito: sì alla libera espressione "ma se il mio amico dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno". Questo il limite che secondo il Papa regola la libertà religiosa: "Non si 'giocattolizza' la religione degli altri", dice Bergoglio. Francesco ha ricordato che la "libertà di espressione è un diritto, ma anche un dovere". Neppure, dice il Papa, "si offende la religione", ma in questo caso "non si reagisce con violenza". Poi ha spiegato, "senza mancare di rispetto a nessuno" che "dietro ogni attentato suicida c'è uno squilibrio, non so se mentale, ma certamente umano".

Subito dopo la strage Bergoglio aveva condannato "ogni forma di violenza, fisica e morale, che distrugge la vita umana, viola la dignità delle persone, mina radicalmente il bene fondamentale della convivenza pacifica fra le persone e i popoli, nonostante le differenze di nazionalità, di religione e di cultura". Il Papa aveva precisato che "qualunque possa esserne la motivazione, la violenza omicida è abominevole, non è mai giustificabile e la vita e la dignità di tutti vanno garantire e tutelate con decisione. Ogni istigazione all’odio va rifiutata, il rispetto dell’altro va coltivato".

Delfeil de Ton che è uno dei fondatori del giornale, spiega sul suo settimanale tutto il disaccordo con la linea attuale del giornale, chiedendosi: "Che bisogno c'era di questa escalation a tutti i costi?".

Delfeil de Ton se la prende con il suo amico Charb, chiamandolo "il mio capo", ucciso dai terroristi insieme con altre 11 persone in redazione, il sette gennaio: era un "ragazzo brillante", ammette, ma "un testardo" che ha portato alla morte la sua redazione. Delfeil de Ton ricorda quando Charb decise, nel novembre 2011, di dar vita al famoso numero del giornale ribattezzato per l'occasione "Charia Hebdo". Poco dopo quella pubblicazione, i locali della redazione furono incendiati. Delfeil de Ton ricorda che Wolinski, il vignettista di Charlie Hebdo più celebre, anche lui assassinato dai fratelli Kouachi, riteneva questa provocazione contro i musulmani un'idiozia, e disse: "Credo che siamo degli incoscienti e degli imbecilli che corriamo un rischio inutile. Tutto qui. Ci si crede invulnerabili. Per anni, decine di anni, si fa provocazione e poi un giorno la provocazione si ritorce contro di noi. Non bisognava farlo". Wolinski è morto, e Delfeil de Ton aggiunge: "non bisognava farlo, ma Charb l'ha fatto ancora l'anno dopo, nel settembre 2012".

La libertà religiosa è un diritto umano fondamentale come la libertà di espressione, ognuno ha il diritto di praticare la propria religione, nessuno deve esercitare la propria libertà offendo l’altro occorre rispettare il prossimo, soprattutto rispettare la religione dell’altro perché si tratta della parte più intima della persona!