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Cultura e Società

Caritas Lamezia: i poveri “lametini” sono giovani

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Tra il 2013 e il 2014 sono aumentate del 208% le persone che si sono rivolte ai centri di aiuto della Caritas Diocesana di Lamezia Terme, un dato determinato sia da un accresciuto impoverimento delle famiglie lametine sia da una presenza più capillare della Caritas sul territorio diocesano, con la nascita di un nuovo punto di ascolto nella zona di S. Eufemia. I “poveri lametini” sono soprattutto giovani: in oltre il 50% dei casi hanno tra i 25 e i 44 anni, sono disoccupati in cerca di nuova occupazione che si rivolgono alle strutture dell’organismo diocesano per richiedere prevalentemente sussidi economici, beni e servizi materiali e lavoro.

Questi alcuni dei dati del Rapporto della Caritas Diocesana di Lamezia presentati questa mattina nel corso di una conferenza stampa. Dal report, emerge un incremento del numero di persone che hanno chiesto aiuto alla Caritas lametina nell’ultimo anno con una continuità rispetto al 2013 nelle motivazioni e nell’oggetto delle richieste: problemi relativi al lavoro, disoccupazione, impoverimento, richiesta di beni alimentari.

La prevalenza del target giovanile è evidente in tutti e tre i centri presi in esame dal rapporto. Per quanto riguarda la nazionalità, oltre il 70% degli utenti del centro di ascolto diocesano sono italiani; estendendo l’analisi agli altri due centri, gli italiani sono complessivamente solo il 27,73%, dato dovuto dal fatto che i servizi speciali quali il Centro Interculturale “Insieme” e le Querce di Mamre accolgono e ascoltano prevalentemente persone immigrate. Aiuto nelle pratiche per permessi di soggiorno e altri adempimenti burocratici, lavoro, sussidi economici e beni e servizi materiali: queste le principali richieste dei migranti che si sono rivolti al centro “Insieme” tra i quali prevalgono quelli di nazionalità marocchina, per oltre il 40%

Per quanto riguarda la casa di accoglienza “Le Querce di Mamre”, attivo da maggio 2014 a S. Eufemia, sono quasi 100 le persone senza fissa dimoraospitate fino ad oggi nella struttura di Via Minerva, in prevalenza italiani e somali.

31855 i pasti serviti alla mensa diocesana nel 2014 e 120 aiuti mensili giungono alle famiglie dall’Emporio della Solidarietà gestito dal Masci con il contributo della Caritas Diocesana.

Commentando i dati relativi al 2014, il direttore della Caritas Diocesana P. Valerio di Trapani ha evidenziato come “il report 2014 ci descrive la povertà nella nostra città come un fenomeno essenzialmente giovanile mentre è quasi nulla l’incidenza delle persone anziane tra i fruitori dei servizi Caritas. Oggi gli anziani sono percepiti come coloro che, in molti casi, sostengono il reddito dei giovani e non viceversa. E’opportuno considerare questo fenomeno come uno dei segnali del fallimento del modello di welfare in Italia oltre al dato che maggiore è il numero dei componenti il nucleo familiare, maggiore sarà la probabilità di entrare nel vortice della povertà”.

Per quanto riguarda il dato relativo alle persone immigrate, Di Trapani evidenzia come “in numero sempre maggiore gli immigrati si rivolgono ai servizi Caritas per avere assistenza nell’ottenere il permesso di soggiorno e altre pratiche burocratiche e per imparare la lingua italiana, segnale di una domanda di integrazione che spesso non viene percepita”. Il sacerdote ha sottolineato inoltre “la crescita del problema abitativo tra le famiglie della nostra città” e ha sollecitato a “pensare ai poveri della nostra città come giovani che si vedono precluse opportunità lavorative, famiglie che non riescono a portare uno stipendio a casa o a mettere in una sola giornata il pranzo e la cena sulla tavola” Come Caritas – ha concluso Di Trapani – “sentiamo che la nostra missione non è solo stare accanto ai poveri, ma migliorare le loro condizioni di vita, incidere sulle dinamiche sociali del territorio. La scommessa della nostra chiesa diocesana è di sconfiggere la povertà mettendoci insieme, facendo comunità, creando sinergia tra tutti i soggetti presenti sul territorio”.

“Superare la logica dell’assistenzialismo e della redistribuzione per costruire un modello di welfare generativo e partecipativo” è la sollecitazione di Don Giacomo Panizza che ha posto l’accento su “gli oltre 3 milioni di incapienti presenti nel Sud Italia” e sulla necessità per il governo “di far applicare in ogni regione un piano di contrasto alla povertà”

“In alcune giornate la nostra mensa arriva ad offrire oltre 100 pasti a persone in condizioni di grave povertà. Oltre al generoso contributo dei tanti volontari e dei ragazzi delle scuole, è importante che anche gli esercizi commerciali della città e del comprensorio, ciascuno almeno una volta al mese, ci aiutino affinché ci sentiamo tutti responsabili come comunità verso i più poveri”, ha detto il responsabile della mensa diocesana Don Claudio Piccolo Longo annunciando che domani sera, vigilia del Santo Natale, saranno inviati 500 pasti alle famiglie lametine e il pranzo di domani sarà preparato dalla delegazione lametina dell’Associazione Cuochi della Provincia di Catanzaro insieme agli studenti dell’Istituto “Einaudi”.

“Lamezia è una città con una forte spinta solidale e non va in alcun modo veicolato il messaggio falso secondo cui si privilegiano alcune categorie a discapito di altri” ha affermato il Sindaco Gianni Speranza, presente insieme all’assessore alle politiche sociali Gianni Gallo, che ha evidenziato la positiva collaborazione tra l’amministrazione comunale e la caritas lametina nella lotta alle povertà e al disagio sociale.