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Il Vangelo della domenica

Sacra Famiglia di Nazaret

Paolo Emanuele · 10 anni fa

La domenica, che segue da vicino la solennità del santo Natale, la Chiesa la dedica a celebrare la Sacra Famiglia. Nei giorni scorsi l’attenzione di tutti è stata posta sul mistero del Figlio di Dio, fattosi bambino per la salvezza di tutti, invece, con questa celebrazione, la Chiesa ci invitati a meditare su quella culla di amore e di accoglienza, che si chiama “famiglia”.

Il titolo ufficiale della festa liturgica è “La santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe”. E il titolo esprime da solo tutta la sublime realtà di un fatto umano–divino, presentando ai nostri occhi un modello da riprodurre nella vita, perché ogni famiglia, specie quella cristiana, s’impegni a realizzare in se stessa quella armonia, onestà, pace, amore, che furono prerogative mirabili della Famiglia di Nazaret.

Il Figlio di Dio è venuto sulla terra per salvare ogni essere umano, trasformandolo profondamente dall’interno, per renderlo simile a sé, Figlio del Padre celeste. Nell’attuazione di tale compito, egli ha vissuto la maggior parte della sua esistenza terrena in seno a una famiglia, per farci comprendere l’importanza insostituibile di questa prima cellula della società, che virtualmente contiene tutto l’organismo.

Dalla storia della Famiglia nazaretana conosciamo solo alcuni avvenimenti; tuttavia, ognuno di essi è pieno di eloquenza. Il brano del Vangelo di san Luca, che viene letto in questa celebrazione, ricorda la presentazione del Bambino nel Tempio gerosolimitano il quarantesimo giorno dopo la sua nascita a Betlemme: “Portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore” (Lc 2,22). In questo modo essi compirono il dovere previsto dalla legge dell’Antica Alleanza, che stabiliva: “Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore” (cf. Es 13,2).

Maria, la Donna della fede, Giuseppe, l'uomo giusto, intessono di parola celeste pensieri, sentimenti, carne e sangue. La legge del Signore da loro è osservata pienissimamente e con somma fedeltà. Maria, rimasta sempre vergine, consacrava quotidianamente la propria vita alla sublime missione della maternità, e anche per questo tutte le genti la chiamano oggi beata. Giuseppe, designato a proteggere il mistero della figliolanza divina di Gesù e della materna verginità di Maria, svolgeva il suo ruolo, consapevolmente, in silenzio e in obbedienza alla divina volontà. Si recano a Gerusalemme per la purificazione della Madre e per offrire al Signore il Bambino Gesù, il Figlio di Dio, che Maria ha concepito per opera dello Spirito Santo. Loro lo sanno: la legge del Signore è vita, benedizione, gioia, grazia imperitura ed eterna. Nulla di quanto il Signore ha detto e ordinato deve restare inosservato. Maria, l'Immacolata concezione di Dio, si "purifica" Cristo, nella sua Persona Dio stesso, viene offerto al Padre dei cieli. La relazione con Dio è purissima obbedienza, santissima osservanza dei suoi decreti. Poi se ne ritornano nella loro casa e qui il bambino inizia la sua crescita umana, poiché vero uomo, oltre che vero Dio. Il Vangelo dice che si fortificava, lo Spirito del Signore Dio da sempre lo preparava alla missione di salvezza del genere umano. Grande insegnamento è questo che viene a noi dalla Casa di Nazaret: Gesù Bambino, il Figlio di Dio, cresce e si irrobustisce nello Spirito, in lui abita la grazia del Padre suo. Maria, la tutta santa, si sottomette alla legge del Creatore e l'osserva. I decreti del Signore sono il loro pane quotidiano, l'alimento primario della loro esistenza terrena. Con questo si vuole sottolineare quanto sia importante che Dio ritorni ad occupare il primo posto nella famiglia cristiana; che la sua parola sia la roccia della stabilità di ogni casa.

La famiglia è di per se stessa sacra perché sacra è la vita umana, che solo nell’ambito dell’istituto familiare viene generata, si sviluppa e perfeziona in maniera degna dell’uomo. Ma è la santità che rende la famiglia via maestra e percorso obbligato per costruire una società nuova e migliore, per ridare speranza nell’avvenire a un mondo su cui gravano tante minacce. Le famiglie cristiane di oggi devono mettersi alla scuola di quel centro di amore e di donazione senza riserve che fu la sacra Famiglia. La società di domani, difatti, sarà quella che è oggi la famiglia. Questa, purtroppo, è al presente sottoposta a ogni sorta di insidie da parte di chi cerca di lacerarne il tessuto e di minarne la naturale e soprannaturale unità disgregando i valori morali, su cui si fonda, con tutti i mezzi che l’odierno permissivismo della società mette a disposizione, specie con i mass–media, e negando il principio essenziale del rispetto per la sacralità di ogni vita umana, fin dal primo stadio dell’esistenza.

Occorre recuperare il senso vivo delle prerogative umane e cristiane della famiglia e della sua inderogabile funzione: quella di essere una comunità profondamente compaginata dall’amore così da offrire alla vita nascente un nido caldo e sicuro, in cui il nuovo essere umano possa essere educato alla stima di sé e degli altri, al riconoscimento dei veri valori, alla conoscenza e all’amore del Padre celeste “dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome” (Ef 3,15).

Che Gesù, Maria e Giuseppe ottengano da Dio come dono che ogni famiglia si lasci fare dimora santa e fedele della beata Trinità. Che la loro fedeltà al Signore sia l'esempio ed il modello di ogni casa cristiana.