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Vita diocesana

Non accontentarsi di occupare spazi ma abitare il tempo. La sfida del IV Festival di Dottrina Sociale della Chiesa presentato a Lamezia

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Andare oltre i luoghi per abitare il tempo. Non accontentarsi di occupare poltrone, spazi di potere, ma attivare processi, cogliere la dinamicità del tempo ed essere generatori di futuro. Sarà questa la sfida del IV Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, in programma a Verona dal 20 al 23 novembre, un momento di incontro e comunione tra le diocesi italiane impegnate nella promozione e nella diffusione del magistero sociale della Chiesa. “Oltre i luoghi, dentro il tempo”. Questo il tema scelta per l’edizione 2014 del Festival, traccia su cui si è soffermato il direttore della Fondazione “G. Toniolo” di Verona Don Davide Vicentini intervenendo all’incontro preparatorio promosso dalla Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa della Diocesi di Lamezia Terme sull’“Evangelium Gaudii” di Papa Francesco. La tematica della quarta edizione del Festival prende spunto proprio dall’esortazione apostolica di Papa Bergoglio, documento che segna una nuova tappa nel magistero sociale della Chiesa ed afferma la convinzione che “lo spazio è superiore al tempo”. Come si declina nel quotidiano dell’impegno sociale dei credenti l’affermazione del Pontefice “lo spazio è superiore al tempo”? Per Don Davide Vicentini “lo spazio è tutto ciò che rimanda alla staticità, ai posti di potere, a uno stile di vita abitudinario, mentre il tempo ci rimanda alla dinamicità, alla possibilità di attivare processi che abbiano al centro la responsabilità delle persone”. Il direttore della Fondazione Toniolo definisce l’attuale momento storico una sorta di “epoca dalle passioni tristi”, in cui “non possiamo dire manchi l’impegno per gli altri, ma troppo spesso questo impegno è finalizzato alla gratificazione di se stessi piuttosto che al bene comune, un individualismo subdolo che attacca anche le persone impegnate nel sociale: per questo la sfida del Festival è uscire fuori da tante nostre sicurezze per attivare dei processi di maturazione, capaci di produrre novità”. Aprirsi alla “novità” del tempo, al dinamismo della storia e agire nella società nella convinzione che Cristo e il Vangelo hanno tanto da dire e da donare agli uomini e alle donne del nostro tempo: queste le sfide del festival che, partendo dall’esortazione di Papa Francesco, secondo Vicentini deve “spronarci ad andare oltre quell’eccesso diagnostico che caratterizza la nostra società, la pretesa di essere sicuri basandoci su dei dati, per abbracciare invece la novità, il coraggio di osare innescare dei processi”. “Il miracolo – ha concluso Vicentini facendo riferimento al Vangelo della pesca miracolosa – non è tanto la rete che viene ritirata piena di pesci, ma il coraggio di buttare di nuovo le reti dopo che per un’intera notte non si è pescato nulla”. A concludere l’incontro, moderato dal direttore della Scuola diocesana di Dottrina Sociale della Chiesa Don Fabio Stanizzo, il Vescovo Mons. Luigi Cantafora che ha commentato il tema del festival affermando che “i veri servitori del bene comune non sono quelli che occupano spazi e palazzi di potere, ma quelli che abitano il tempo, che non si accontentano dello status quo, quelli che permettono a Dio di condurci al di là del contingente per orientare al bene comune ogni nostra idea e ogni nostra scelta”.