Nel presentare il progetto pastorale Indossiamo e custodiamo l'abito nuziale della carità, Monsignor Cantafora ebbe a dire: «Occorre una Chiesa missionaria che si faccia carico di tutte le anime che ha in cura, sull’esempio del curato di Ars, Giovanni Maria Vianney». Una Chiesa “estroversa”, radicata e proiettata sul territorio, coinvolta nel sociale, nel quotidiano e nelle inquietudini dell’uomo moderno. Fondamentale allo scopo risulta il ruolo dei laici, che non devono dissociare la dimensione di uomini e di credenti. Per vivere coerentemente l’Evangelo e concorrere all’evangelizzazione, essi devono scongiurare il pericoloso “divorzio tra fede e vita” paventato da Paolo VI, che sarà beatificato il prossimo 19 ottobre. In questo risiede la ragione del Laboratorio di formazione permanente, promosso dall’Ufficio di Coordinamento per la Pastorale. Un Laboratorio che culmina nel Corso di teologia per laici impegnati nella pastorale, giunto al secondo anno. La prima lezione del Corso, rivolto ad operatori pastorali, laici delle commissioni diocesane, catechisti, membri di gruppi liturgici ed associazioni e movimenti ecclesiali, ha avuto luogo a Nocera Terinese, lo scorso 9 ottobre. Il Vescovo, nel suo indirizzo di saluto, ha esortato i laici alla parresìa, al coraggio ed all’audacia dell’evangelizzazione (1Ts 2,2), alla glorificazione di Cristo non solo con la fede del cuore ma con la vita stessa (Fil 1,20). Il primo modulo, dedicato all’Introduzione al Nuovo Testamento, è curato da Suor Emanuela Ciccomartino. Don Roberto Tomaino, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali, è incaricato dei seminari sulla Liturgia della Chiesa. «La Liturgia – spiega don Roberto – è opporsi alla credenza fallace che Dio sia invisibile, intangibile». è proprio attraverso i sacramenti che “si tocca” Dio, in quei sacramenti che si sostanziano nella Parola ma si compongono di materialità (pane e vino per l’Eucarestia; l’acqua per il Battesimo; il crisma per la Confermazione; l’olio per l’Unzione degli infermi). La liturgia, come suggerisce l’etimologia (dal greco leiturghia), è, infatti, un’azione, un servizio al popolo: è quella “carità in azione” che la costituzione Sacrosanctum Concilium pone tra i principi della liturgia, insieme alla celebrazione del culto divino ed all’annuncio dell’Evangelo.
Armido Cario
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Nocera Terinese: Iniziato il secondo anno del Corso di teologia per laici
Paolo Emanuele · 10 anni fa