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Cultura e Società

Ripensare e rifondare la presenza dei cattolici nella società civile

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Ripensare e rifondare la presenza dei cattolici nella società civile, nella politica per ritrovare la capacità di una visione d’insieme e programmatica ancorata al bene comune: si tratta della scelta di un nuovo coraggio d’azione, di una nuova missione di evangelizzazione del sociale, che ciascun cattolico deve sentire propria, per agire in profondità e dall’interno della nostra società per cambiarla. Ha stimolata quest’attenta analisi la due giorni di Formazione Socio-Politica, promossa dalla Diocesi di Lamezia Terme nell’ambito della Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa, che è stata arricchita dalle riflessioni di Mons. Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. L’agire, secondo l’ispirazione cristiana, deve permeare la presenza viva nella società perché diventa indispensabile fare massa critica, nei settori e negli ambiti della vita quotidiana in cui si opera, per innescare – come esorta Papa Francesco nella Evangelii Gaudium – quello slancio attivo che apre alla luce e alla verità che proviene dal Vangelo tutte le relazioni e le istituzioni umani, sociali, culturali, politiche, economiche. Non può più esistere il potere fine a stesso, bensì deve farsi largo la consapevolezza e la capacità di gestione di processi di crescita che siano sostenibili, eguali, giusti e soprattutto inclusivi. Non potrà esserci futuro se le preoccupazioni economico e finanziarie saranno ancora l’unico strumento di governo e di decisione politica e se non verrà completamente rovesciata la scala di valori oggi preponderante per fare spazio al primato della politica per il bene comune, all’inclusione sociale, alla capacità di dialogo sociale, ripensando e rifondando tutto sul concetto di Persona che ci proviene direttamente dall’amore in Gesù Cristo. Per chi amministra la cosa pubblica, poi, la ricerca del bene comune deve essere un percorso di crescita continua, di maturazione interiore e spirituale, di continuo confronto e dialogo, per non cadere nelle tentazioni del pensiero debole, della scorciatoia dei tanti singoli interessi piuttosto che del bene supremo, ossia la realizzazione di tutte quelle condizioni sociali favorevoli che permettano il compimento dell’Uomo, in quanto creatura voluta da Dio. Per realizzare il bene comune, nella società liquida in cui siamo immersi, è importante saper operare il discernimento di ciò che concorre realmente a vivere la politica come una delle forme più preziose della carità, per guardare al proprio prossimo come un’unica cosa con se stesso. La nuova evangelizzazione del sociale non può che iniziare, per questi motivi, dal dissolvimento delle tante diseguaglianze che minano dalle fondamento la nostra società, dall’attenzione suprema che deve essere rivolta alle nuove povertà, per servire gli altri, secondo gli insegnamenti del Vangelo, dal riconoscimento e tutela di tutti i diritti fondamentali della persona. Solidarietà e sussidiarietà: sono questi i concetti che devono guidare un’azione incisiva nella società civile e nella politica per ridare fondamenta solide alla nostra architettura sociale e per iniziare a coagulare quella massa critica capace di scardinare dal basso l’attuale sistema economico-finanziario che ha dimostrato tutti i suoi limiti e tanti disastri sociali sul campo.

Vittorio Scerbo