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Vita diocesana

Il monito del vescovo Cantafora a conclusione della festa dei Santi Pietro e Paolo

Paolo Emanuele · 10 anni fa

“Condividiamo anche noi con il Santo Padre il forte grido di scomunica contro il malaffare, parola inequivocabile e di grande conforto per tutte le vittime della mafia, per cui siamo invitati a distinguere il bianco dal nero e ad evitare la zona grigia del compromesso e della sottomissione”.

Parole forti quelle del Vescovo della diocesi di Lamezia, monsignor Luigi Antonio Cantafora, pronunciate dal sagrato della chiesa Cattedrale, a conclusione della processione in onore dei Santi Pietro e Paolo, Patroni della Città e della Diocesi.

Il presule è intervenuto con questo messaggio indirizzato alla Chiesa lametina, ad una settimana dalla di Papa Francesco ai mafiosi e agli uomini del malaffare (durante la S. Messa presieduta nella spianata di Sibari il 21 giugno u.s. nel corso della sua Visita Pastorale a Cassano all’Jonio).

Monsignor Cantafora, nel proseguo del suo Messaggio, ha evidenziato che Papa Francesco “ha definito mafiosi non solo coloro che adorano il male, ma anche coloro che disprezzano il bene comune e che fanno da padroni, mutando i diritti dei cittadini e dei poveri in puri favori. Siamo disposti –ancora monsignor Cantafora- a mettere da parte gli intrighi di potere per guardare al bene comune di tutto il territorio? Occorre la presa di coscienza di tutti; noi siamo quelli che guardiamo il vissuto del nostro territorio. E alla fine, tutti saremo giudicati sull’amore”.

Il Vescovo di Lamezia nel suo Messaggio alla Città e alla Diocesi si è poi rivolto ai sacerdoti, invitandoli -ad imitazione dei Santi Pietro e Paolo- “ad essere pastori come Gesù”. E ha poi spostato il discorso sul ruolo dei laici nella vita della Chiesa, esortandoli a essere “non cristiani da sacrestia” ma “protagonisti della missione della Chiesa, laici impegnati nell’annuncio, con coraggio, della notizia della Pasqua del Signore. E non nei convegni, ma nella strada, nel posto di lavoro e in ogni luogo”.

L’ultima parte del Messaggio di monsignor Cantafora ha toccato “l’impegno per il lavoro dei nostri giovani e l’attenzione verso i nostri anziani per dare un sussulto di speranza alla Città”. Il Vescovo ha, quindi, impartito la solenne benedizione.

Dunque, anche i festeggiamenti 2014 in onore dei SS. Pietro e Paolo sono andati in archivio. Tantissimi sono stati i fedeli che si sono recati in Duomo per tutto il novenario (incentrato sul tema “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù”) a venerare i due SS. Apostoli; così come numerosi hanno partecipato alle celebrazioni delle 5 SS. Messe nella mattinata di domenica 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo; mentre in serata, alle 19, la S. Messa è stata presieduta dallo stesso presule con il clero diocesano e alla presenza del sindaco di Lamezia Gianni Speranza e di altre autorità civili e militari (l’animazione liturgica è stata curata dal Coro della Cattedrale “Rorate Coeli Desuper”, diretto dal M° Attilio Lorenti).

All’omelia monsignor Cantafora, dopo aver rivolto un saluto alle autorità presenti alla Celebrazione, si è soffermato sulla figura dei due Santi Apostoli, legati da una unica testimonianza, pur nella diversità: “Pietro, il capo della Chiesa e Paolo l’apostolo delle genti, in una unica appartenenza al Signore Gesù… Pietro, al quale gli sono affidate le chiavi del Regno e Paolo, il militante con la spada”. Monsignor Cantafora ha poi ricordato che Gesù conferisce a Pietro il primato della Chiesa, usando tre immagini: la Chiesa costruita sulla roccia; le chiavi del Regno, che aprono e chiudono le porte; il potere di legare e sciogliere. Mentre dell’apostolo Paolo il vescovo ha sottolineato che “la spada da strumento di violenza diventa nella Scrittura il simbolo della Parola di Dio. La Parola di Dio –ancora monsignor Cantafora- è veramente una spada che distingue il bene dal male. Occorre annunciare questa Parola. La Parola è come il bisturi del chirurgo, che penetra nel nostro corpo e toglie il marcio, facendo emergere il buono”. E ha così concluso l’omelia: “i nostri santi Patroni ci hanno consegnato le chiavi e la spada del Regno. La nostra società attende non cristiani da salotto ma, come dice Papa Francesco, occorre gente che si coinvolga, che si metta in gioco per garantire il bene comune”.

Dopo la Messa si è svolta, accompagnata dalla locale banda musicale, la processione con l’Effigie dei santi, presieduta sempre dal vescovo con il Reverendissimo Capitolo della Cattedrale e il clero diocesano; alla processione ha partecipato in forma ufficiale l’Amministrazione Comunale con il gonfalone della Città, portato dai Vigili Urbani, dietro al quale hanno preso posto, oltre al sindaco Gianni Speranza, gli esponenti della giunta e consiglieri comunali; nutrita anche la rappresentanza delle Forze dell’Ordine.

I simulacri dei santi Pietro e Paolo sono stati portati a spalla dagli statuari della Cattedrale, con la partecipazione degli statuari di San Francesco di Paola, di Sambiase e Sant’Eufemia; e degli statuari di S. Antonio, di Nicastro.

Dopo il Messaggio di monsignor Cantafora dal sagrato della Cattedrale, una poderosa batteria pirotecnica ha illuminato il cielo di Lamezia.

Tantissime, infine, le persone che nei tre giorni 27, 28 e 29 giugno hanno invaso i punti focali della città, dove è stata allestita la tradizionale fiera: i corsi “Nicotera” e “Numistrano”; il polo scolastico; e piazza “d’Armi”, cioè piazza Mazzini (qui si è svolta la tradizionale fiera della ).

La vigilia della festa è stata caratterizzata dal concerto in Cattedrale del Coro Polifonico “Rorate Coeli Desuper” e dell’Orchestra di fiati “G. Verdi”, diretti da Attilio Lorenti, con un repertorio di brani sul tema “La vera speranza cristiana genera sempre storia” (dall’Evangelii Gaudium di Papa Francesco), intervallati dagli appelli di varie associazioni diocesane, quali l’Unitalsi, l’Avis, la Caritas.

Momento finale sul palco di corso Numistrano nella serata di domenica 29 giugno con l’Orchestra dell’Istituto Tchaikosky, a chiusura dei festeggiamenti 2014 in onore dei Santi Pietro e Paolo.