·

Cultura e Società

Trame.4, le 5 Giornate di Lamezia, dal 18 al 22 giugno

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Cinquanta appuntamenti in cinque giorni, dalle 17 a notte inoltrata; magistrati, autori di libri, giornalisti; artisti, organizzatori, cinema, spettacoli teatrali, spettacoli musicali; decine di ragazze e ragazzi volontari; e poi gli organizzatori e, ovviamente, il pubblico. Nutrita la presenza di Forze dell’Ordine, con unità cinofile e artificieri per garantire il massimo della sicurezza. Tutto questo in una parola, due numeri e una città: Trame.4, <> di Lamezia, le cinque giornate del festival dei libri sulle mafie, in corso nella città della Piana da mercoledì 18 giugno e fino a domenica 22 giugno in più location, ma tutte concentrate tra Piazzetta San Domenico, Chiostro San Domenico, Teatro Umberto (in caso di pioggia) e Palazzo Nicotera -ammirando le installazioni di Renzo Bellanca-, passando per Piazza Mercato Vecchio dove è possibile ammirare gli zampilli a variazione cromatica creati ad hoc nell’artistica vasca. Tra gli incontri più attesi, quelli con i magistrati Gian Carlo Caselli e Nicola Gratteri, intervistati –in due distinte sedute- dal giornalista Andrea Purgatori.Per Caselli, che ha scritto con Annoio Ingoia il libro <> (Laterza), nella lotta alle mafie “moltissimo è stato fatto, moltissimo resta ancora da fare… La mafia- aggiunge Gian Carlo Caselli nel corso dell’incontro intitolato <> (Luigi Pellegrini Editore), nel corso dell’incontro dal titolo <> dice a chiare note: “oggi non me la sento di dire sconfiggeremo le mafie. Saprei di dirvi una bugia. Con questo sistema giudiziario non andremo da nessuna parte. Per arginare il fenomeno della mafia c’è bisogno di una rivoluzione normativa”. Tanti i temi che Gratteri tocca nel corso dell’intervista: dallo Ior, la banca vaticana -di cui “Papa Francesco –dice Gratteri-, appena si è insediato ha cominciato a parlare”e di cui si attendono le riforme prospettate- alla pedofilia –con gli scandali nascosti in diversi Paesi-, alla corruzione. E a proposito di quest’ultimo dilagante fenomeno, Gratteri ha il suo pensiero: “ a me la cosa che preoccupa di più e l’idea, il tarlo nella testa della gente che queste cose si possono fare. Impiegheremo decenni a far cambiare la testa della gente. Avremo bisogno di altri decenni per spiegare la non convenienza a delinquere”. Trame, giunta alla sua quarta edizione, a Lamezia Terme assume carattere nazionale. “Un festival di libri sulle mafie –spiega nel suo saluto introduttivo il Direttore artistico di Trame.4, Gaetano Savatteri- per pensare, discutere, sorridere, cantare e ballare” con tutto l’entourage che ruota attorno alla manifestazione, unica nel suo genere. “Che è il modo migliore –aggiunge Savatteri- per dire, tutti insieme, no alle mafie”. Tuttavia il Direttore artistico non nasconde che quella di quest’anno è stata una “edizione sofferta per molte ragioni, perché alcuni amici hanno scelto altre strade, perché alcuni sostegni economici sono venuti meno, anche a causa della crisi generale. Ma noi di Trame –ancora Savatteri- sappiamo che ogni appuntamento è una sfida e non temiamo di gettare il cuore oltre l’ostacolo, come usa dirsi, pur di rinnovare il nostro incontro con la gente di Calabria e del resto d’Italia”. Il tema generale di Trame.4 si ispira al grande film di Francesco Rosi <>, che ha appena compiuto il mezzo secolo. E Savatteri si augura che alla fine di Trame.4 si possa parlare di <>, intesa come “festa della parola, della legalità, del confronto, della passione, della tolleranza. Della democrazia, in una parola”. Per Armando Caputo, Presidente della Fondazione Trame, “è stata una gran salita”. E quasi parafrasando una tappa di montagna di un Giro d’Italia, Caputo evidenzia che “a pedalare siamo stati davvero un bel gruppo. Tutti gregari, tutti a tirare. In alcuni momenti davanti a noi la strada sembrava spianare –prosegue il presidente della Fondazione Trame-, ma… era solo un miraggio e si ricominciava con una serie durissima di tornanti. Tanti tifosi sulle strade a incoraggiarci e ad aiutarci. Certo –ancora Caputo-, pensavamo di trovarne parecchi di più. Ma… non si andava certo ad una sfilata di moda. E dopo tanta fatica, superato il gran premio della montagna, il panorama è stato davvero magnifico”. Il panorama cui Armando Caputo si riferisce, è fatto della gente che riempie, tanto per scegliere un luogo simbolo, la piazzetta San Domenico; è fatto delle ragazze e dei ragazzi vontarie/i che con le magliette arancione, dove è stampata sul petto la mano di Trame (disegnata da Guido Scarabottolo), fanno su e giù, avanti e indietro tra una location e l’altra. Ed è un piacere “rivedere –aggiunge Caputo- i tanti amici del festival e i volti nuovi di Trame.4, tutti venuti a darci una mano a costruire nelle nostre coscienze la consapevolezza che è doveroso e necessario opporsi alle mafie. Quella consapevolezza che nella nostra bella città- conclude il presidente della Fondazione Trame-, dopo troppi anni di paura e di contiguità, deve portarci a voltare pagina. Anche perché, grazie ai tanti successi ottenuti dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, si può mostrare ormai senza alcun alibi o esitazione da quale parte si vuole stare”. E con l’auspico che “la prossima tappa sia quasi tutta in pianura”, Caputo ringrazia “tutti quelli che ci hanno aiutato a costruire questo Festival, … tutti quelli che, in pratica, il Festival lo sentono <>”. Oltre ai libri sulle mafie, nelle prime serate di Trame.4 ci sono stati dei workshop e, a conclusione di ognuna delle cinque serate, <> nei locali limitrofi allo svolgimento della manifestazione, che così come negli anni precedenti cade a cavallo tra la festa del Santo protettore Antonio da Padova e la festa dei Santi patroni della città e della diocesi, SS. Apostoli Pietro e Paolo; tra tredicina, novena, fiere, luminarie e fuochi artificiali.