Al termine della processione di Sant’Antonio e prima di impartire la benedizione con la reliquia del Santo, Sua Eccellenza Monsignor Cantafora ha rivolto il tradizionale Discorso alla Città alla presenza dei numerosi fedeli e delle autorità civili e militari intervenute. Di seguito le parole del Vescovo.
Carissimi fratelli e sorelle, la fede in Cristo e l’affetto al nostro Santo Antonio, anche quest’anno, ci hanno guidato a stringerci uniti nella preghiera e rivivere la devozione che la storia ha consegnato alla nostra città.Contemplando “la vita di Antonio che ha seguito fedelmente Cristo, ...... impariamo la via sicurissima per la quale ... potremo arrivare alla perfetta unione con Cristo, cioè alla santità” (Lumen Gentium 50,2). Sì: Antonio ci insegna questa “via sicurissima”, la via dell’Evaangelo. Come seguire la via del Santo Vangelo. è stato facile seguire l’immagine del Santo, non così semplice è seguire il Vangelo. Eppure è quello che ha fatto Antonio e a questo ci invita. E tutti noi abbiamo bisogno di rimetterci a seguire la via sicurissima del Vangelo, ove giustizia e pace si baciano e amore e misericordia si incontrano. San Giovanni Crisostomo scriveva che il cristiano è un uomo a cui Dio ha affidato tutti gli uomini. Come cristiani sappiamo che non solo il nostro destino ci è affidato, ma anche quello della comunità che abitiamo. In fin dei conti, Sant’Antonio con la sua intercessione costante, ci testimonia che siamo legati l’un l’altro nel mistero della comunione dei santi. Nella festa scorsa del compatrono san Francesco di Paola, avevo chiesto di concentrare gli sforzi della società civile e sociale verso una visione alta di città per Lamezia, la quale deve precedere sempre qualunque forma di consenso. Una città che fa dell’accoglienza e della giustizia, le misure alte della sua identità territoriale. E di giustizia, tante famiglie e tanti nostri fratelli e sorelle hanno bisogno. I recenti fatti di cronaca e le operazioni condotte dalle forze dell’ordine e della magistratura, alle quali va il nostro sostegno e la nostra gratitudine, hanno rivelato uno spaccato della nostra città, dove l’illegalità rischia di diventare la trama della convivenza civile. Vorremmo che risuonasse forte la parola di Sant’Antonio in particolar modo contro gli usurai e gli strozzini, che coperti dalla criminalità organizzata, ancora mietono vittime che restano silenziose e prive di aiuto. Senza parlare della corruzione che dilaga! Scrive il profeta: “Avanza sopra la mia terra una gente forte: i suoi denti sono come i denti del leone, i suoi molari sono come i cuccioli del leone. Ha ridotto a deserto la mia vigna e ha scorticato le mie piante di fico, le ha denudate e spogliate e i loro rami sono diventati bianchi” (Gl 1,6-7). Tante famiglie e tante imprese sono state denudate e spogliate da quelli che Sant’Antonio stesso chiama: la gente maledetta degli usurai! Ma dietro a questi vediamo anche chi, duro e inflessibile persevera nel male e non si piega di fronte a Dio. C’è chi ruba, distrugge e divora i beni dei poveri! Per costoro, chiediamo al nostro Santo, di convertirli e di fermare la spirale della corruzione pacificamente accettata. Fratelli e Sorelle, abbiamo chiesto al Signore in questi giorni: “Fa’che per intercessione di S. Antonio seguiamo gli insegnamenti del Vangelo e sperimentiamo nella prova il soccorso della tua misericordia”. Sì, chiediamo questo con tutto il cuore: seguire gli insegnamenti del Vangelo! Ogni altra grazia che chiediamo all’intercessione di Antonio, sia orientata a questo fine unico e fondamentale: il Signore ci sostenga nel nostro impegno a seguire gli insegnamenti del Vangelo. Tornando ora a casa, non abbiamo più una cara immagine da seguire, ma il Vangelo che resta per noi la regola migliore, la via più santa, il mezzo più sicuro per la vera giustizia. E il Vangelo porta con sé, la parola più rivoluzionaria: perdono! Ecco di nuovo il mio appello, riconciliamoci, cerchiamo di stringere e unire le forze perché la città cresca e maturi quell’impegno concreto e reale verso il bene comune. Se seguiamo il Vangelo che impone l’attenzione verso i poveri, gli ultimi e i bisognosi, allora la speranza può rinascere, perché il cristiano, come Sant’Antonio, sa di avere in custodia tutti i suoi fratelli. Il nostro Santo ci aiuti, preghi per noi e ci ricordi che il Vangelo chiede giustizia verso il prossimo, il Vangelo chiede la pace.