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La parola del Vescovo

L’omelia del Vescovo per l’ordinazione di Fra Faustino

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Il 14 maggio, memoria liturgica di San Mattia Apostolo, presso la Chiesa di Santa Chiara in Lamezia Terme, il Vescovo Cantafora ha presieduto la Santa Messa per l’ordinazione diaconale di Frà Faustino, dei Fratelli della Via.

Segue l’omelia che il Vescovo ha rivolto al novello ordinato e a tutti i presenti.

«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituito, perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga».Queste parole, dell’Antifona d’ingresso e del Vangelo, sono particolarmente significative per noi oggi.Celebriamo l’Ordinazione diaconale di Fra’Faustino nella festa di S. Mattia che, come sappiamo, è stato associato al collegio apostolico in un secondo momento, dopo la morte di Giuda.Vorrei offrirvi dunque alcuni spunti che la Parola ci presenta. Infatti la Parola della Liturgia è sempre profetica e illumina e orienta il cammino del credente.La prima nota è che la scelta di Mattia avviene per volontà del Signore, non per volontà umana. Gli apostoli pregano e si affidano. Certamente fanno anche le loro valutazioni (restringono infatti la scelta dei candidati a due: Giuseppe e Mattia), ma in loro emerge la fiducia nella volontà del Signore a cui rimettono il loro agire e la loro decisione.Questo primo dato mi sembra esprima bene il senso della diaconia. Chi è il diacono? Colui che si mette a servizio di…è colui che non agisce per volontà propria ma vive la sua esistenza come un servizio a immagine del Figlio di Dio che non è venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti.La dimensione diaconale non è transeunte nelle vita del cristiano, ma è totalizzante, perché qualifica la sua identità.Così, Fra’Faustino se il diaconato per te è transeunte, come ministero, non lo sia nella dimensione della tua vita. Il Signore ti ha scelto per essere servo e questo è un grande dono, ma anche una grande responsabilità.Il secondo spunto ci viene dal salmo responsoriale nel quale abbiamo visto come l’agire del Signore sia gratuito, soprattutto verso i poveri: «il Signore si china…solleva l’indigente dalla polvere, dall’immondizia rialza il povero» per dare loro un posto d’onore.L’agire di Dio non dipende dai nostri meriti, dalla nostra bravura o dalle nostre capacità ma dal suo amore gratuito! Egli ci ama e non vuole altro che il nostro bene. Per questo il suo amore folle si esprime nel chinarsi sui miseri e nel risollevare chi è abbattuto.Caro fra’Faustino, il Signore si è chinato su di te e tu impari da lui a chinarti sui tuoi fratelli e servirli.Abbassamento e umiliazione – innalzamento e esaltazione: questi due gesti sono espressi molto bene nell’icona della discesa agli Inferi: il Risorto scende negli Inferi e contemporaneamente prende e solleva con forza Adamo ed Eva e tutti i giusti per riportarli alla vita.Ogni scelta di Dio è per la vita. E noi, ricevendo la vita da Lui diveniamo capaci di donarla agli altri.Ma è nel Vangelo che troviamo l’apice dell’amore, del dono, della diaconia. L’amore che il Signore ci dona è in vista di un frutto che dilaga nella vita di tutti. Non è un amore possessivo, ma personale: «Rimanete nel mio amore» significa “stare”, mettere radici nell’amore del Signore e quindi assumere la sua modalità di presenza nel mondo che è il dono della vita. Questa è la diaconia per eccellenza!Infatti continua: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici».Caro Fra’Faustino, la tua vita avrà senso pieno se la saprai offrire sempre e continuamente come un dono per gli altri, per “gli amici” che il Signore ti manderà.Medita assiduamente la Parola di Dio, coltiva la vita spirituale e sacramentale perché il tuo dono possa essere riflesso dell’amore del Signore Gesù. Ti aiuterà anche meditare e ritornare spesso sulle parole della preghiera di ordinazione diaconale: saranno la tua ancora e la tua forza sorgiva! Infine tu vivi il tuo ministero in una comunità di fratelli e sorelle. Sii l’ultimo di tutti e il servo di tutti. Muoviti verso quelle periferie esistenziali tanto care a Papa Francesco perché tanti possano incontrare il Signore.Ricordati che solo nel dono di sé, umile, perseverante ma anche pieno di bontà e tenerezza, si edifica la comunità. Non c’è altra via.Vivi infine in comunione con la Chiesa che ti ha generato; ama questa Chiesa di Lamezia nella quale ora vivi; cura la comunione e il dialogo con il vescovo e con i tuoi confratelli. Prega sempre per la Chiesa, perché questo è quanto ci ha detto il Signore: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati».