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Movimenti e Associazioni

I verbi di Papa Francesco

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Incontro dell'Azione Cattolica con Papa Francesco

Sabato 3 maggio, ore 07.15, via della Conciliazione: i primi stands dell’Azione cattolica cominciano a distribuire i pass per il tanto atteso incontro dei presidenti parrocchiali di AC con il Santo Padre. E’presto e piove, ma l’AC è mattiniera!!!! Cominciano ad arrivare i primi pullman ed è tutto uno sventolare di bandiere blu e gialle, di cartelloni colorati e di facce allegre, anche se un po’assonnate…. I colonnati di piazza San Pietro ci abbracciano mentre ci incamminiamo verso l’aula Paolo VI per vivere insieme questo momento così importante. Dopo una lunga attesa sotto la pioggia, fra risate e ombrelli gocciolanti, entriamo nell’aula, e la sensazione di far parte di qualcosa di grande e bello ci prende subito: un mare di teste e mani che salutano, tra flash di macchine fotografiche e telefonini che riprendono. Per prima cosa, preghiamo con il nostro nuovo assistente nazionale, mons. Bianchi. Poi ascoltiamo le parole incoraggianti del cardinal Bagnasco, e infine arriva: ecco papa Francesco! Lo vediamo salire i gradini del palco con il suo caratteristico incedere: inizia a parlare, e settemila persone tacciono per ascoltare la voce del Pastore. Ci consegna tre verbi: il primo è rimanere. Rimanere con Gesù, restare accanto a Lui, che rinfranca il nostro cammino e ci dà la forza di continuare con l’energia che nasce dall’incontro con Lui. Il secondo verbo è andare: andare incontro all’uomo, in tutte le sue necessità fisiche e spirituali, ed in tutti i luoghi sia necessario portare la speranza di Gesù. Ci invita ad aprire le porte delle nostre parrocchie e a non essere come statue di un museo!!! Guai ad un’AC ferma!, ci dice papa Francesco. Infine, il terzo verbo: gioire. Essere davvero “corresponsabili della gioia di vivere” è il compito che ci affida. Se il Signore è risorto come si fa ad essere tristi? Ci invita a non indulgere alle abitudini statiche, ci esorta a non guardare alle apparenze, ci sprona a cantare la fede!E infine, riprendendo l’esempio simpaticissimo di mons. Bianchi, ci dice che l’AC deve essere non tanto un cavallo di razza da esibire alle mostre, ma l’umile asinello che ha portato Gesù a Gerusalemme. Alla fine, ci ha affidato alla Mamma di Gesù e Madre nostre, e ci ha benedetto. Ed è questa benedizione che abbiamo portato nelle nostre realtà locali, insieme alla ricchezza del suo messaggio e alla responsabilità alla quale ci ha chiamato. In quella grande aula, ci siamo sentiti a casa: la grande famiglia dell’AC al servizio della Chiesa, insieme alla sua guida, al suo Papa, al suo tanto amato Padre Santo.