“I nostri compagni di viaggio, oggi canonizzati, hanno vissuto così la santità: abbracciando con entusiasmo la loro vocazione – di sacerdote, alcuni, di consacrata, altre, di laico – si sono spesi per il Vangelo, hanno scoperto una gioia che non ha paragoni e sono diventati riflessi luminosi del Signore nella storia. Questo è un santo una santa: un riflesso luminoso del Signore nella storia.
Proviamoci anche noi: non è chiusa la strada della santità, è universale, è una chiamata per tutti noi, incomincia con il Battesimo, non è chiusa. Proviamoci anche noi, perché ognuno di noi è chiamato alla santità, a una santità unica e irripetibile. La santità è sempre originale, come diceva il beato Carlo Acutis: non c’è santità di fotocopia, la santità è originale, è la mia, la tua, di ognuno di noi. È unica e irripetibile”. Così Papa Francesco, nella celebrazione di questa mattina in Piazza San Pietro, durante la quale sono stati canonizzati dieci nuovi Santi. Si tratta dell’olandese Titus Brandsma martire del nazismo; l’indiano Lazzaro detto Devasahayam (1712-1752), laico, martire; il francese Cesar de Bus fondatore della Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana (Dottrinari); il bergamasco Luigi Maria Palazzolo, presbitero, fondatore dell’Istituto delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo; il napoletano Giustino Maria Russolillo, presbitero, fondatore della Società delle Divine Vocazioni e della Congregazione delle Suore delle Divine Vocazioni; il francese Charles de Foucauld, presbitero, esploratore del Sahara e studioso della cultura Tuareg morto in Algeria; la religiosa francese Marie Rivier, fondatrice della Congregazione delle Suore della Presentazione di Maria; la religiosa piemontese, morta in Uruguay, Maria Francesca di Gesù Rubatto, fondatrice delle Suore Terziarie Cappuccine di Loano; la religiosa palermitana Maria di Gesu’ Santocanale, fondatrice della Congregazione delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes; la religiosa veneta Maria Domenica Mantovani.
Non “un ideale di santità troppo fondato su di noi, sull’eroismo personale, sulla capacità di rinuncia, sul sacrificarsi per conquistare un premio”, ha sottolineato il Pontefice, “abbiamo fatto della santità una meta impervia, l’abbiamo separata dalla vita di tutti i giorni invece che cercarla e abbracciarla nella quotidianità, nella polvere della strada, nei travagli della vita concreta e, come diceva Teresa d’Avila alle consorelle, “tra le pentole della cucina”. Essere discepoli di Gesù e camminare sulla via della santità è anzitutto lasciarsi trasfigurare dalla potenza dell’amore di Dio.”