Gv 13,31-33a.34-35
Questo brano di Giovanni spiega il senso della morte di Gesù e delle prospettive che la crocifissione-resurrezione apre per tutti i discepoli nel corso della storia. Gesù consegna il comandamento dell’amore: «amatevi come io vi ho amato» (Gv 13, 34), che definisce l’identità dei discepoli. L’accento è posto non tanto sull’amore verso Dio quanto sull’amore di Dio verso l’umanità; l’amore reciproco tra gli uomini dovrebbe essere riflesso di quest’amore. Quindi non si tratta solo di amare, ma anche di lasciarsi amare, accogliere, fare spazio a Dio e al prossimo. Comandamento significa non già un obbligo, ma è il primo passo per entrare nell’atmosfera d’amore in cui si respira Dio. Siamo già immersi in un oceano d’amore ma forse non ce ne rendiamo conto. Poi il comandamento è definito come “nuovo” perché Cristo ci fa nuovi, ci rinnova e ci trasforma: «Le cose di prima sono passate, ecco io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,4-5). L’amore di Gesù è quindi fondamento e origine dell’amore autentico. “Come” esprime anche una causalità, cioè “poiché io vi ho amati”. Quando amo c’è sempre un prima del mio amore. Amo perché sono stato amato. Gesù non dice amate quanto me, infatti il confronto con lui non è pensabile, ma amate come me: è un amore che va avanti, non si arrende, non si stanca, non si rassegna alla pecora perduta, ma la insegue e trovatala se la carica sulle spalle. L’amore di Gesù non è buonismo perché contrasta l’ipocrisia dei farisei, definiti come sepolcri imbiancati, ma è amore che difende, che soccorre, che condanna le ingiustizie e si mette al servizio dei bisognosi, dei peccatori, degli ultimi. Infatti Gesù dice: «amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13, 34). Non è un amore in generale ma che esprime reciprocità, tu per tu: si ama quest’uomo, questo straniero, questo bisognoso, questo peccatore. Ci sorprende anche il fatto che nel Vangelo la proclamazione del comandamento nuovo si trovi tra il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro. Solo l’amore che è anche amore per i nemici è come quello di Gesù. L’amore di Gesù illumina di speranza la nostra vita; ci spinge a restare nella sua amicizia anche dopo un tradimento o un rinnegamento, perché Cristo non smetterà mai di amarci.
Don Pino Fazio