Creare momenti di condivisione tra le generazioni, confrontandosi su temi che riguardano la vita di ogni giorno e facendo del confronto un’opportunità di crescita per tutti: per i più giovani, per gli adulti, per la comunità.

È la sfida raccolta dalla parrocchia S. Raffaele di Lamezia Terme che, coinvolgendo un gruppo di educatori di Azione Cattolica, di catechiste e di animatori dell’oratorio parrocchiale, insieme ad alcuni giovani della parrocchia Santa Maria delle Grazie di Lamezia Terme, ha dato vita a una domenica “social”, per stare insieme e riflettere sull’uso dei mezzi di comunicazione da parte delle nuove generazioni. A guidare la giornata, don Giovanni Fasoli, sacerdote dell’Opera Famiglia di Nazareth, educatore, psicologo, psicoterapeuta e docente universitario, esperto in tematiche riguardanti l’adolescenza e le nuove tecnologie.

L’iniziativa si inserisce nel solco delle attività che la comunità realizza grazie al libero contributo dei fedeli e alla sinergia tra comunità e realtà ecclesiali diverse.

L’intervento del sacerdote si è sviluppato attorno alla domanda: “Connessi o sconnessi?”. L’esperto ha catturato l’attenzione dei giovani invitandoli ad intraprendere un vero viaggio attraverso il mondo dei social e dei giochi online. L’approccio utilizzato con i ragazzi è stato molto coinvolgente; li ha fatti sentire parte di un universo digitale che non è solo caratterizzato da rischi (che sono stati opportunamente evidenziati), ma offre anche opportunità. Li ha stimolati a guardare oltre lo schermo, ricordando che “dall’altra parte dello schermo, c’è sempre un essere umano, reale, o più di uno” e a “considerare sempre le conseguenze delle loro azioni”.

La giornata è iniziata con la celebrazione della messa presieduta da don Giovann, cui è seguito un allegro momento di convivialità dei partecipanti alla formazione, con le suore salesiane presenti a San Raffale, suor Pia e suor Angela, il parroco don Giuseppe Montano e don Francesco Farina, che ha accompagnato i giovani di Santa Maria delle Grazie.

In serata, don Fasoli ha parlato agli adulti, esortandoli a raccogliere la sfida di “connettersi” e instaurare relazioni con i giovani. Ha suggerito di proporre esperienze significative e affascinanti, in grado di colmare il “vuoto” che spesso caratterizza i nostri ragazzi. In sostanza, si tratta di aprire il “terzo occhio” e adottare uno sguardo esplorativo nei confronti del mondo giovanile.

Storie come quelle  di questa comunità sono possibili grazie al sostegno di tanti fedeli all’opera dei sacerdoti che, ogni giorno, sono a servizio delle loro comunità.

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