“Una firma che fa bene anche al nostro territorio”.
L’intervento sulla chiesa di S. Andrea si inserisce nel percorso intrapreso dalla diocesi di riqualificazione e valorizzazione dei beni architettonici monumentali grazie ai fondi 8xmille per l’edilizia di culto
Conflenti, piccolo comune del Reventino. Noto in tutta la Calabria per la devozione alla Madonna della Quercia di Visora, che ogni anno richiama migliaia di pellegrini da tutta la regione verso il luogo dove secondo la tradizione sarebbe apparsa la Vergine Maria, la comunità di Conflenti custodisce un patrimonio storico- culturale che può rappresentare un importante elemento di attrazione per il turismo religioso, leva su cui tanto si potrebbe realizzare per fermare lo spopolamento che caratterizza i borghi interni di tutta la Calabria.
Grazie ai fondi 8xmille per l’edilizia di culto, è stato realizzato l’intervento di risanamento conservativo della chiesa di S. Andrea, che sorge sull’omonima piazzetta di Conflenti Inferiore, nei pressi dell’antica Triponia, nucleo originario del piccolo Borgo.
All’interno della chiesa, a tre navate, sono custodite le pregevoli statue lignee di San Francesco, San Giuseppe e S. Antonio, la statua in cartapesta di S. Liberata. Tra le opere pittoriche più significative al suo interno, si possono citare gli affreschi realizzati dal pittore Pignatari con scene tratte dalla vita dei santi e dei martiri.
Nel 1905 l’edificio fu parzialmente distrutto dal terremoto e riaperto al culto solo un decennio più tardi. Gli ultimi restauri furono ultimati solo nel 1958 e in quella occasione furono eseguiti anche dei pregevoli affreschi del pittore Pignatari raffiguranti episodi evangelici della vita di Sant’Andrea. Oltre a questi importanti dipinti, tra i beni di pregio presenti all’interno della chiesa va sicuramente menzionato il prezioso tabernacolo marmoreo proveniente dall’Abbazia di Santa Maria di Corazzo che Conflenti riuscì a ottenere dopo lo smantellamento della stessa avvenuta nel XIX secolo.
Il progetto di risanamento si è reso necessario in quanto, come si evidenzia nella relazione tecnica a firma del progettista Luigi Giuseppe Massara, “successivamente ai lavori di rifacimento del tetto, della pavimentazione e degli intonaci del prospetto principale non è più stato eseguito alcun intervento di restauro o di manutenzione, sia all’interno della chiesa, sia per quanto riguarda li monumento nella sua interezza”. Si è, quindi, reso “necessario effettuare con urgenza lavori di restauro e consolidamento delle parti decorative soggette a deterioramento continuo dovuto all’assoluta mancanza di manutenzione con il rischio di perdere definitivamente le partiture architettoniche che ornano il prospetto”. L’abbassamento di parte della pavimentazione della navata di sinistra ha reso inevitabile la chiusura della chiesa al culto.
Gli interventi eseguiti nell’intervento sono stati progettati nel rispetto del codice dei beni culturali e orientati alla conservazione per tramandare al futuro un monumento ricco di storia. Gli interventi di massima realizzati sono stati: lo smontaggio del manto di copertura in tegole marsigliesi e sostituzione dello stesso con manto di copertura in canali e coppi in cotto; il restauro dei portoni di accesso e degli infissi presenti; la demolizione della pavimentazione esistente e realizzazione della nuova in marmo bianco di Carrara e Bardiglio imperiale; l’eliminazione dell’intonaco del prospetto principale realizzato negli anni passati con malta cementizia e rifacimento dello stesso con malta di calce idraulica NHL5.
Il progetto di risanamento conservativo della chiesa di S. Andrea si inserisce nel percorso intrapreso dalla diocesi per la riqualificazione e la valorizzazione dei beni architettonici monumentali ricadenti sotto la sua giurisdizione, reso possibile grazie ai fondi 8xmille per l’edilizia di culto, attraverso la realizzazione di una serie di interventi mirati al recupero, in questo caso della chiesa di Sant’Andrea in Conflenti, e alla nuova consapevole fruizione delle emergenze monumentali che caratterizzano il patrimonio ecclesiastico.
Salvatore D’Elia
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