“Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. Con queste parole, Tommaso Da Celano descrive lo spirito con cui 800 anni fa, nella valle di Greccio, Francesco d’Assisi rappresentò il primo Presepe, mosso dal desiderio che ha segnato tutta la sua vita di meditare in ogni momento “l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione del Figlio di Dio”.
Nel contesto degli 800 anni del Natale di Greccio, e pochi giorni dopo l’inizio delle celebrazioni per gli 800 anni delle stimmate di S. Francesco, si terrà sabato 20 gennaio alle ore 17, al Santuario di S. Antonio di Padova, la conversazione tenuta da fra Ippolito Fortino, frate cappuccino, sul tema “Come un risveglio. Il presepe di S. Francesco 800 anni fa”.
L’incontro, promosso dalla fraternità francescana secolare “S. Elisabetta d’Ungheria” di Lamezia Terme insieme alla comunità dei cappuccini del convento di Lamezia guidata da fra Biagio Bonasso, è un’occasione per approfondire il significato profondo del Presepe, a cui guardare con gli occhi di Francesco: un segno che rimanda alla Buona Notizia di Dio che, per “abisso d’amore”, si fa nostro fratello per incontrare ogni uomo.
Fino al 2 febbraio, anche al Santuario di S. Antonio, come in ogni chiesa francescana in tutto il mondo, concesso della Penitenzieria Apostolica, sarà possibile, alle consuete condizioni stabilite dalla Chiesa, lucrare l’indulgenza plenaria applicabile, a modo di suffragio, anche per i defunti, “per i fedeli che visiteranno come pellegrini qualsiasi Chiesa francescana e parteciperanno devotamente ai riti giubilari, o almeno sosteranno davanti al Presepio ivi preparato, trascorrendo un congruo periodo di tempo in pie meditazioni, concludendo con il Pater Noster, il Simbolo della Fede e le invocazioni alla Sacra Famiglia di Gesù, Maria, Giuseppe e San Francesco d’Assisi.”