Disponibilità a mettersi in ascolto, desiderio dei laici di essere formati per affrontare le sfide dell’oggi, essere corresponsabili. Si può riassumere in queste tre espressioni il cammino sinodale della Chiesa di Lamezia Terme, raccontato nella trasmissione “In cammino” su TV2000, condotta da Enrico Selleri, focus quotidiano sul Sinodo nelle diocesi italiane.
“A Lamezia ho trovato una Chiesa bella, con un laicato attivo, con una forte propensione a mettersi in gioco nella formazione e nella preparazione e un grande desiderio di crescere. Per questo sono stati accolti positivamente gli stimoli venuti sia dal cammino sinodale sia dalle proposte formative che abbiamo avviato, in particolare la Scuola Biblica e la Scuola dei Ministeri – ha detto il vescovo, monsignor Serafino Parisi, sollecitato dal conduttore –. In tutte quelle situazioni in cui si manifesta la fragilità della nostra condizione umana, come la sofferenza, la mancanza di lavoro, la domanda di giustizia e di pace, la morte, la comunità cristiana deve esserci per farsi carico delle macerie dell’umanità e ridare forma al volto dell’uomo. La speranza per noi credenti non è qualcosa da attendere in modo passivo, ma da artefici, corresponsabili e protagonisti della costruzione di un futuro che risponda alle attese dell’umanità che abita il nostro territorio”.
Ripercorrendo le molteplici occasioni di ascolto con le varie realtà diocesane, con i consigli pastorali e i consigli economici di tutte le parrocchie riunite per vicarie, il vescovo Parisi ha sottolineato ancora una volta il bisogno di sentirsi “non collaboratori, cioè persone che offrono la loro prestazione certamente importante ma da esterni, ma corresponsabili, coinvolti pienamente nella vita della comunità”. Soffermandosi in particolare sulle due proposte formative diocesane, la scuola biblica e la scuola dei ministeri, Parisi ha parlato di “due itinerari che si inseriscono in maniera propositiva nel cammino sinodale. La Scuola Biblica, giunta al secondo anno, articolata in dodici incontri della durata di due ore, che propone la lettura della Bibbia a partire dai testi, è rivolta sia ai credenti che vogliono approfondire i contenuti della fede sia a tutti coloro, anche non credenti, che vogliono lasciarsi interpellare da una Parola che lascia sempre un seme nel cuore dell’uomo. Nella Scuola dei Ministeri, iniziata quest’anno, articolata in più punti del territorio diocesano per dare a tutti la possibilità di partecipare, sono stati coinvolti come insegnanti diversi sacerdoti della nostra diocesi. E c’è anche un importante risvolto comunionale, con persone di territori diversi della diocesi che periodicamente si incontrano e si riconoscono: anche questo è un tratto ecclesiale significativo che caratterizza queste proposte che stiamo portando avanti”.
Ha sottolineato l’ampio lavoro di ascolto delle realtà diocesane, in particolare del mondo giovanile, don Leonardo Diaco, vicario episcopale per la Pastorale, ricordando “le molteplici occasioni di incontro, a cominciare da quelli che hanno visto coinvolto il vescovo in prima persona, con i nostri ragazzi nelle scuole. Dai ragazzi abbiamo registrato una importante disponibilità all’ascolto. Dalle proposte che i giovani ci hanno fatto pervenire attraverso un questionario diffuso in tutte le scuole della diocesi, viene fuori la domanda dei giovani alla Chiesa di una testimonianza chiara e coerente, un maggiore coinvolgimento dei laici, laici che siano all’altezza delle sfide dell’oggi. Il momento di crisi che le comunità cristiane stanno vivendo è diventata un’opportunità di rilancio. Tutto questo nasce dalla capacità di mettersi in ascolto: ascoltare il territorio, ascoltare il Signore che ci parla, saper cogliere i segni del tempo”.
Nel servizio andato in onda nel corso del programma, anche l’intervista a Natalina Parise, coordinatrice della Scuola per i Ministeri, che ha messo in evidenza il dato della grande partecipazione, “segnale di una forte domanda di formazione da parte della chiesa lametina”; quindi, le testimonianze di Antoinette Rizzo e Francesco Morelli, impegnati nelle loro realtà parrocchiali, che hanno intrapreso il primo anno del percorso formativo della scuola dei ministeri.
Salvatore D’Elia