di Vincenzo Rimedio, Vescovo Emerito
A livello scientifico e tecnologico è evidente il progresso, di meno a livello antropologico: sia l’uomo che l’umano in varie circostanze sono sottoposti alla menomazione grave della loro dignità.
Purtroppo, la considerazione della vita registra in non pochi casi una caduta del valore fondamentale di sussistenza della persona umana.
Basta seguire le cronache quotidiane per farsi un’idea di questo dramma angosciante – la diffusione della morte non naturale ma ciecamente inferta – che oscura la civiltà. La creazione, nella mente di Dio, è finalizzata ad uno scopo di vita, e il Signore gode di tutte le sue creature, in particolare dell’uomo e della donna che sono “a sua immagine” come insegna la Bibbia.
La persona umana ha una vocazione, caratterizzata dalla coscienza, dalla razionalità, dalla libertà e dalla responsabilità.
Dette prerogative fanno di lui un essere non schiavo d’istinti, di passioni, ma di promozione verso la consapevolezza dell’esigenza di pensare bene e di agire bene, che è sapienza.
Non si può prescindere da alcuni valori per l’affermazione del vivere civile: si tratta di una visione costruttiva dell’esistenza, dell’educazione ai principi del vero umanesimo, che riconosce la dignità e i diritti inviolabili alla libertà e alla dignità di ogni essere umano.
La civiltà, assieme al progresso, è soprattutto umanità, ricerca del bene comune, sete di giustizia e di eguaglianza e di rispetto profondo della vita. No all’ideologia dell’omicidio del consenziente proposta da qualche associazione!
Il primo marzo sono stati uccisi 16 bambini dalle bombe russe: la guerra è massacro e barbarie nei confronti della vita.