“Per vivere bene il Natale cristiano, impariamo a riscoprire un Natale profondamente umano, a guardare all’uomo, a lavorare e lottare perché la dignità dell’uomo, che è sigillo della presenza di Dio nella nostra vita, possa essere sempre riconosciuta e onorata. Viviamo il Natale come possibilità di onorare la dignità dell’uomo”. Così il vescovo monsignor Serafino Parisi, in occasione dello scambio di auguri natalizi con la comunità diocesana lametina, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni civili e militari e delle aggregazioni laicali del Comune di Lamezia e del comprensorio lametino.
“Al di là di ciò che viene propagandato del Natale, in modo spesso edulcorato, delle formule di buonismo di facciata – ha proseguito il Vescovo di Lamezia – il Natale è la festa della concretezza, è la nostra umanità concreta considerata nella sua autenticità e nella sua verità. Il Mistero dell’Incarnazione ci comunica che dentro la carne dell’umanità, fragile e limitata, c’è l’Eterno. Se il Figlio di Dio è entrato nella nostra natura umana, è servendo l’umanità, non evadendola, che possiamo incontrare Gesù Cristo. Nella carne dell’uomo, del più povero, del diseredato, dell’ultimo: è lì che incontriamo Gesù Cristo. L’augurio del Natale è questo: scoprirci realmente umani e trattarci da uomini tra di noi”.
Ripercorrendo a grandi linee i primi cinque mesi e mezzo di ministero episcopale nella diocesi lametina, monsignor Parisi si è detto “colpito dalla bellezza e dalla varietà di questo territorio lametino, in cui, nell’arco di tempo di mezz’ora, si può andare dal mare al Reventino e da lì godere di una bellezza che gratifica non solo gli occhi, ma permette di rendersi conto delle potenzialità di questo territorio” E ancora “il modo particolare con cui il popolo lametino mi ha manifestato visibilmente affetto e accoglienza”. Potenzialità che il presule ha avuto modo di toccare con mano anche nel corso degli incontri con le scuole cittadine “dove ho visto grandi potenzialità da parte di docenti e studenti, grande voglia di acquisire conoscenze e sapere per dare un contributo fattivo alla svolta di questo territorio. Di fronte a tutto questo, viene da domandarsi: com’è possibile che tutte queste potenzialità vadano a infrangersi contro un muro che o le fa crollare o le costringere ad andare da un’altra parte? Non ce lo possiamo permettere”.
“Puntare a ciò che è prioritario ed essenziale”, per il vescovo Parisi, la lezione dei due anni e mezzo di pandemia perché “se non abbiamo imparato questa lezione, non sono stati solo due anni e mezzo per così dire “tra parentesi”, ma sono stati due anni e mezzo persi. Di fronte a una crisi che a mio avviso è una crisi antropologica, che nasce dalla mancanza di pensiero, abbiamo bisogno di pensare, di ripensare la nostra vita, la qualità del nostro essere nel mondo, guardare alla presenza degli altri non come un ostacolo o impedimento ma come un dono”.
“Il domani sarà come lo pensiamo e lo costruiamo oggi”, ha concluso il vescovo di Lamezia augurando che “tutte le potenzialità del territorio lametino possano continuare ad essere i costruttori, i protagonisti in prima persona, senza deleghe, del futuro bello di questo territorio”.
Al termine del messaggio di auguri del Vescovo, il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro ha portato il saluto da parte dell’intera comunità civile.
Salvatore D’Elia