Aggiunto un altro tassello nella concretizzazione dei progetti che la Caritas ha avviato sotto la direzione di don Fabio Stanizzo
“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere”. Questo versetto del Vangelo di Matteo campeggia sulla targa che accoglie gli ospiti della nuova mensa della Caritas di Lamezia Terme che, realizzata anche con i contributi dell’8×1000, è stata inaugurata ieri sera nel complesso interparrocchiale San Benedetto, alla presenza, tra gli altri, del direttore nazionale della Caritas, don Marco Pagniello, del vescovo di Lamezia Terme, monsignor Giuseppe Schillaci, e del direttore della Caritas diocesana, don Fabio Stanizzo.
Un dono alla città, ma anche un messaggio di speranza e di solidarietà nei confronti di chi vive ai margini, di chi soffre, degli ultimi. “Lamezia Terme – ha detto Schillaci – è una comunità che, nonostante le difficoltà che tutte le comunità nel mondo stanno vivendo, ha dimostrato di non ripiegarsi su sé stessa, di non mettersi sulla difensiva, ma è stata capace di osare. In un momento difficile, abbiamo aperto le docce, ma anche le nostre parrocchie, come fatto lo scorso anno da don Giancarlo Leone alla Pietà quando ha aperto le porte a chi aveva freddo. Una Chiesa che si apre e non pensa solo al culto; una Chiesa che è capace di andare incontro all’altro, a farlo generosamente perché chiamata a portare il lieto annuncio e mi auguro che con carità sappiamo sempre più ascoltare questo invito”. Un momento di condivisione per quello che dallo stesso Vescovo, che ha invitato i presenti “a lavorare in sinodo”, è stato definito “un segno di fiducia e di speranza per tutti” non dimenticando che per una comunità “l’amore è segno di credibilità”.
Parole cui ha fatto eco la sollecitazione ad “essere profetici”, giunta da don Marco secondo il quale “sarebbe bello poter dire chiudiamo queste mense, queste strutture perché non c’è più bisogno e, non solo perché non ci sono più bisognosi, ma perchè ciascuno si prende le proprie responsabilità. L’8×1000 – ha aggiunto – è dei cittadini italiani che sulle loro dichiarazioni dei redditi, firmando, lo destina alla Chiesa Cattolica, e permette alla Chiesa di poter realizzare delle opere concrete come la mensa che inauguriamo questa sere. In altri termini, si restituisce al territorio ciò che i cittadini ci danno”. Quindi, un invito a “leggere la realtà con gli occhi dei poveri” ma anche ad “avere il coraggio di denunciare le nuove povertà: quando, ad esempio, c’è un aumento del gioco – ha proseguito don Marco – c’è un aumento delle povertà. Uno dei nostri compiti è quello di dare voce a chi non ha voce e ricordare a chi amministra quelle che sono le priorità del nostro territorio” non dimenticando la “promozione della dignità della persona”.
Dignità della persona che, d’altro canto, è stata al centro della concretizzazione di questo progetto e che, per volere di monsignor Schillaci e di don Fabio, ha rappresentato il filo conduttore di tutte quelle attività realizzate ed in itinere che la Caritas ha messo in campo: “La pandemia – ha ricordato don Fabio – ha suscitato in ciascuno di noi delle domande le cui risposte abbiamo trovato nel Vangelo ed abbiamo cercato di rispondere ad un bisogno concreto: le povertà in questo territorio sono aumentate al punto che se, finora, l’utente Caritas lametino che si recava alla mensa rappresentava il 15% delle richieste, oggi ne rappresenta il 50%. Parallelamente, però, con i due vicedirettori don Giacomo Panizza ed il diacono Ubaldo Navigante, che ringrazio per l’apporto, abbiamo avuto una sollecita risposta da famiglie, imprese, società, singoli cittadini. La solidarietà, infatti, a Lamezia c’è stata e c’è ed ha dei volti ben precisi, come hanno dei volti ben precisi gli operatori ed i volontari che in questi mesi hanno lavorato tantissimo per realizzare questo progetto. Per me questo ultimo periodo è stato un cammino sinodale anche perché queste realtà appartengono a tutti e non sono una proprietà privata ma devono creare ponti di solidarietà”.
All’inaugurazione, tra gli altri, sono intervenuti per un saluto: il vescovo emerito, monsignor Luigi Cantafora; l’assessore regionale Filippo Pietropaolo; il sindaco, Paolo Mascaro; il presidente del Consiglio comunale, Giancarlo Nicotera; il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio; il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Camillo Falvo.
Il vescovo emerito, monsignor Vincenzo Rimedio impossibilitato a presenziare, ed il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, fuori regione per impegni istituzionali precedentemente presi, hanno inviato un messaggio.
2022-01-25